Giovedì 25 Aprile 2024

Agguato nel Foggiano, l'allarme di Roberti. "Non è mafia di serie B"

Il Procuratore nazionale antimafia: "Trecento omicidi, l'80% impuniti"

Foggia, una delle auto colpite nell'agguato (Ansa)

Foggia, una delle auto colpite nell'agguato (Ansa)

Roma, 10 agosto 2017 - La criminalità pugliese non è una 'mafia di serie B' ed è stata troppo a lungo sottovalutata. A lanciare l'allarme è il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti dopo l'agguato di ieri a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, in cui è stato ucciso un boss mafioso, un suo parente e due contadini che si trovavano casualmente sul posto.  Roberti, intervenuto alla trasmissione '6 su Radio 1' della Rai ha detto che le faide tra clan vanno avanti da 30 anni, ci sono stati 300 omicidi, e l'80% è rimasto impunito. "La criminalità pugliese e in particolare questa efferatissima forma di criminalità foggiana - ha detto il Procuratore nazionale antimafia -, è stata considerata troppo a lungo una 'mafia di serie B', meno pericolosa e meno efferata della ndrangheta, di cosa nostra e della camorra napoletana".

"Purtroppo la storia non è nuova - ha spiegato Roberti su Radio 1 - le faide tra i clan mafiosi foggiani risalgono a oltre 30 anni fa con circa 300 omicidi, L'80% dei quali sono rimasti impuniti, e questo la dice lunga sulle difficoltà di investigare. Oggi lo scontro si è acceso attorno al traffico di stupefacenti, in particolare di droghe leggere dall'Albania. Un affare colossale che scatena gli appetiti dei clan e che investe, partendo dal foggiano, tutta la dorsale adriatica fino all'Europa. La mafia foggiana è una costola della camorra napoletana. Negli ultimi tempi sono state rafforzate le strutture investigative sul territorio e credo che si procederà oltre. Ad aprile scorso è stata aperta una sezione del Ros a Foggia che mancava, la Procura distrettuale di Bari si prodiga moltissimo per coordinare le indagini".

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"Naturalmente bisogna fare di più, anche sul piano della cooperazione internazionale per frenare i fiumi di droghe leggere che arrivano dall'Albania perché sono quelli che stanno scatenando la faida. Siamo andati in Albania nei mesi scorsi a chiedere cooperazione, abbiamo incontrato a Roma il Ministro degli Interni albanese che ha promesso maggiore collaborazione. Bisogna vincere l'omertà e per farlo bisogna creare una cultura della legalità che in quel territorio è ancora molto latente. Il Procuratore capo di Bari, Giuseppe Volpe, fa benissimo a invocare maggiore collaborazione da parte dei cittadini", ha sottolineato il Procuratore nazionale antimafia.

"Naturalmente per avere collaborazione bisogna dimostrare che si incide efficacemente con le indagini e per questo - ha proseguito Roberti - servono più presidi di polizia, più professionalità nelle forze di polizia. Bisogna mandare in quel territorio il meglio delle professionalità investigative, lo ha detto recentemente la Presidente della Commissione Antimafia e io lo condivido perché se questa è una priorità, è non c'è dubbio che il contrasto alla criminalità foggiana sia una priorità assoluta, allora bisogna mettere in campo il meglio delle risorse".

Il Procuratore invoca la necessità dei cittadini e della società civile per la lotta alla mafia. "Con il massimo sforzo da parte dello Stato, io sono convinto che arriverà anche la collaborazione dei cittadini perché senza collaborazione dei cittadini purtroppo non si va molto lontano", rileva Roberti. "Nell'ultimo processo importantissimo che si è celebrato a Foggia, condotto dalla Procura Distrettuale di Bari per una catena enorme di estorsioni, purtroppo non si è registrata la partecipazione della società civile. Il Comune di Foggia non si è nemmeno costituito parte civile del processo e questo è un segnale estremamente negativo che va stigmatizzato", ha concluso il Procuratore nazionale antimafia.