Venerdì 26 Aprile 2024

Reati fiscali, due procuratori indagati Chiesa e Pjanic: cessioni sotto esame

Nei guai il super agente Ramadani e l’italiano Pietro Chiodi. Perquisite dalla Finanza le sedi di 11 squadre di A e di B

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di Mario Consani

Una nuova tempesta giudiziaria si abbatte sul mondo del calcio. Reati fiscali quelli ipotizzati, ai quali le società tirate in ballo - undici tra serie A e B tra cui Juve, Inter, Milan, Roma e Napoli - sarebbero estranee, ma che fanno finire sotto la lente degli inquirenti affari e operazioni di uno tra i più noti procuratori sportivi, il macedone Fali Ramadani, sospettato di aver fatto milioni con la sua attività svolta in Italia ma fatta retribuire all’estero per poter evadere le tasse. I reati ipotizzati, nell’indagine avviata dopo una segnalazione antiriciclaggio dell’Uif, organismo della Banca d’Italia, sono omessa presentazione della dichiarazione dei redditi dal 2018 al 2019, reato presupposto del riciclaggio e autoriciclaggio contestati fino al 2021. Al momento, secondo inquirenti e investigatori, il super procuratore avrebbe nascosto all’erario circa 7 milioni di euro sulle operazioni concluse, cifra che però potrebbe lievitare dopo l’analisi di tutti i contratti di cessione di giocatori acquisiti anche nelle sedi delle rispettive società.

Ieri, infatti, i militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, coordinati dal pm Giovanni Polizzi e dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, hanno perquisito casa e uffici di Pietro Chiodi, agente sportivo titolare dell’omonima società e indagato assieme a Ramadani, che è considerato tra i cinque più potenti al mondo e numero uno dell’agenzia irlandese Lian Sports Group. Il passaggio del centrocampista Miralem Pjanic dalla Juventus al Barcellona per 60 milioni di euro nell’estate 2020, la cessione nell’ottobre dello stesso anno dell’attaccante Federico Chiesa dalla Fiorentina alla squadra bianconera per una cifra complessiva sempre di 60 milioni, la gestione dei rinnovi contrattuali del portiere interista Samir Handanovic. È su queste operazioni, tutte "mediate" da Ramadani, agente anche di molti altri calciatori soprattutto dell’Est Europa, che si sta concentrando l’attività di indagine. Compravendite e affari su cui il 58enne macedone avrebbe incassato "commissioni" milionarie ma, secondo l’accusa, senza pagare un euro di tasse in Italia.

Operazioni che sarebbero solo una parte di quelle al vaglio nelle indagini degli investigatori, che finora hanno potuto analizzare solo flussi finanziari, indirizzando le analisi su un conto aperto in una filiale milanese di una banca internazionale e intestato alla Primus Sports Consultancy Limited, società riconducibile a Ramadani. Sotto la lente sono finiti poi anche un altro conto intestato direttamente al procuratore nello stesso istituto di credito e altri conti accesi da lui e dalla Primus Sports in una banca diversa. Su questi rapporti bancari sarebbero arrivati i soldi da parte dei club (non indagati) come pagamenti delle commissioni. Somme che, poi, sarebbero state dirottate su società estere. Ma da qui in avanti, con gli accertamenti sui contratti, sulle fatture e sui documenti acquisiti ieri anche nelle sedi delle 11 società - Juventus, Torino, Milan, Inter, Verona, Spal, Fiorentina, Cagliari, Roma, Napoli e Frosinone - gli inquirenti puntano a individuare e approfondire i legami tra presunti incassi non dichiarati per le mediazioni e tutte le compravendite curate da Ramadani, che risulta avere rapporti professionali stretti soprattutto con Fiorentina e Napoli.

L’agente, ribattezzato il "Raiola dell’Est", rappresenta gli interessi, tra gli altri, anche del difensore del Napoli Kalidou Koulibaly, del tecnico laziale Maurizio Sarri e dell’attaccante milanista croato Ante Rebic. Dopo gli approfondimenti sulle carte e sul materiale informatico (tra cui le mail) prelevati nelle sedi dei club, le indagini potrebbero così allargarsi ad altre operazioni (nel mirino quelle dal 2018 in avanti) e ad altri agenti collegati a Ramadani. Negli atti dei pm, oltre a Pietro Chiodi, presunto "prestanome" indagato, e alla sua Pietro Chiodi Soccer Management, c’è un elenco di nomi di altri procuratori (allo stato non indagati): l’agente di origine ceca Victor Kolar, il bulgaro Plamen Peychev e la sua Pmrs Management, il croato Tomislav Erceg (anche ex calciatore) con la sua Promotio Victorum e Alessandro Pellegrini della Am Procure Sportive.