Venerdì 26 Aprile 2024

Quei sorrisi dimenticati in fondo al mare

Sandro

Rogari

La notizia mi ha sconvolto. Sei persone, profughi siriani, su un barcone, sono morte di fame e di sete. Tre erano bambini, di uno, di due e di dodici anni. Quel barcone ha incrociato diversi natanti che si sono allontanati indifferenti, per non condividere la responsabilità. Solo da uno sono state gettate delle casse d’acqua che però si sono inabissate. Non sono i primi e non saranno gli ultimi, purtroppo. Ma noi Italia, noi Europa civile, che vogliamo sia terra dei diritti, delle tutele, della giustizia, noi che un tempo cercavamo di garantire almeno la vita a questi disperati con le missioni Mare nostrum e Triton siamo assenti. L’infame retro pensiero dominante è che meno migranti arrivano sulle cose d’Europa e meno problemi abbiamo.

Non avremo mai le fotografie di questi bimbi morti. Non ne conosceremo neppure il nome. Scomparsi nel nulla dopo indicibili sofferenze, loro e dei genitori. Ma potrebbero essere nostri figli e nostri nipoti. Vite mancate nell’indifferenza. Ci resta la foto sorridente di una bambina, anch’essa morta di sete su un barcone fra Grecia, Cipro e Malta. Si chiamava Loujin Ahmed Nasif. Aveva 4 anni. Lei era consapevole. Aveva già sorriso alla vita e aveva diritto di vivere, ma nessuno l’ha aiutata. Il suo sorriso che è stato spento è di tutti questi bambini.

Sono volti che ci guardano e che pesano sulla nostra coscienza. Ma questi morti, questi disperati sono scomparsi dal dibattito elettorale. Ora sappiamo perché. La vita persa del singolo bambino, della singola persona pesa. Meglio oscurare il fenomeno come se non esistesse. Meglio dimenticare guardando con occhio distratto quando non annoiato le poche navi Ong che, prive di informazioni, frugano nel Mediterraneo, spesso senza sapere dove intervenire. Costrette a soccorrere quando è troppo tardi. Siamo davvero così cinici da rassegnarci chiudendo gli occhi di fronte a questo scempio?