Venerdì 26 Aprile 2024

Portanova e lo stupro di gruppo Il giudice: lei disse no, si difese "L’hanno presa a schiaffi e umiliata"

Siena, sei anni al genoano e allo zio. Il tribunale: "Vittima ridotta a un automa, le negarono anche l’acqua"

Migration

di Laura Valdesi

Il calciatore del Genoa Manolo Portanova le piaceva. Lo aveva conosciuto da un paio di mesi. La sera fra il 30 e il 31 maggio 2021 credeva di appartarsi solo con lui, era stata chiara che non voleva saperne della presenza di altri. Invece ci fu uno stupro di gruppo a cui parteciparono, oltre al centrocampista, anche lo zio Alessio Langella, condannato con il giocatore a sei anni il 6 dicembre scorso con rito abbreviato. Con loro un minorenne che sarà giudicato il 6 giugno e un amico, Alessandro Cappiello, per cui il 28 marzo si apre il dibattimento.

Il dissenso della studentessa di 22 anni "è stato sin da subito e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo evidente, manifesto. Per questi motivi si ritiene raggiunta la prova della responsabilità penale", scrive il gup Ilaria Cornetti nelle 77 pagine della sentenza. Che il difensore di Portanova, l’avvocato Gabriele Bordoni, appellerà. "Sono amareggiato – dice – perché ho analizzato ogni argomento e documento in 60 pagine di cui non è stato tenuto conto".

"Durante il rapporto sessuale di gruppo nessuno le aveva rivolto la parola, i ragazzi si erano comportati come se fosse un oggetto: in quella circostanza c’era lei con loro ma avrebbe potuto esserci un’altra persona", scrive il giudice. Che ha ritenuto "pienamente attendibile" la ricostruzione della ragazza: "Si mantiene ferma" oltre ad essere, "nei limiti del possibile, confermata da riscontri esterni". Il gup si sofferma anche su due video di quella sera che furono trovati uno nel cellulare del minorenne e l’altro in quello di Langella. La giovane "reagisce come riesce", si legge. Chiede l’acqua più di una volta, "finge di non sentirsi bene, chiede che chiamino l’amica". Non avverrà. "Infine si rassegna, rinuncia ad ogni reazione, attende che quella violenza finisca e, inerme, assente a ciò che succede, fa tutto quello che le viene detto, come ben si vede nel video", osserva il gup. Il fatto "è durato fra i 40 e i 60 minuti – conclude spiegando perché non ha concesso le attenuanti –, i rapporti sessuali sono stati ripetuti e in alcuni momenti contemporanei, la ragazza è stata colpita da schiaffi ed ha riportato lesioni, in termini di malattia organica e psichica... Il rapporto ha avuto termine verosimilmente per le protesta" di una ragazza nella casa e l’ingresso nella stanza di un uomo. "Non per una resipiscenza dei 4 giovani", chiosa il giudice.

"Sento e leggo una storia che non conosco – scrive su Instagram Manolo Portanova – che non si avvicina lontanamente alla realtà e mi chiedo ogni giorno perché è successo a me. Presto ci sarà modo di dire la mia versione con prove e non con ipotesi. Credevo che rimanere in silenzio e dare fiducia alla giustizia fosse la cosa giusta, ma adesso purtroppo mi sono reso conto che il silenzio ha presentato un conto troppo salato che non sono più disposto a pagare".