Giovedì 25 Aprile 2024

"Un ponte non crolla da solo". L’assoluzione lascia perplessi i feriti

Concluso in primo grado il processo per il ponte di San Rocco di Carlo D'Elia

Il vecchio ponte di San Rocco con la campata completamente collassata (Gazzola)

Il vecchio ponte di San Rocco con la campata completamente collassata (Gazzola)

Lodi, 24 gennaio 2015 - «La vicenda si è chiusa nel peggiore dei modi. È qualcosa di triste. I funzionari hanno delle responsabilità sull’incidente. Un ponte non crolla da solo, ci sono delle responsabilità oggettive». Questo il commento a caldo di Pasquale Mazzocchi, 72 anni, a poche ore dalla sentenza in primo grado che ha scagionato da ogni accusa per il crollo del ponte di San Rocco i cinque funzionari Anas. Mazzocchi, attualmente sindaco di San Rocco al Porto, è uno dei quattro feriti di quel tragico evento che è ancora ben impresso nella memoria di tante persone. Il 30 aprile 2009 il ponte si spezzò in due, trascinando verso il basso alcune auto. Ieri, il tribunale di Lodi ha assolto, Claudio De Lorenzo, 56 anni, Eutimio Mucilli, 54 anni, Angelo Adamo, 65 anni, Matteo Castiglioni, 46 anni, e l’ingegnere sessantenne Salvatore La Rosa.

Erano accusati di disastro colposo, crollo di costruzioni e lesioni ai danni di quattro persone coinvolte nell’incidente, due ferite in modo grave. Il pm Mario Bonizzoni aveva chiesto una condanna a 2 anni e mezzo di reclusione. Non accolte le richieste di risarcimento presentate dall’azienda Airone 2005 srl, circa un milione di euro, costretta a chiudere i battenti pochi mesi dopo il disastro a causa dell’improvviso calo degli affari. Anche il Comune di Piacenza che aveva chiesto 1,3 milioni di euro e il Comune di San Rocco, 60mila euro, non sono state accontentati.

Entro 90 giorni il giudice Angela Scalise depositerà le motivazioni, intanto, la procura, prepara il ricorso in appello. Oltre a Mazzocchi rimasero feriti l’ex macchinista delle ferrovie Antonio Rinaldi, 54 anni, residente a Piacenza, con alle spalle numerosi interventi alla schiena e una invalidità riconosciuta al 67%. Tra le lamiere era finito anche Marco Grandini, 32 anni, residente a Caselle Landi, il più grave tra i feriti, ma a poche ore dalla sentenza ha preferito non commentare la vicenda. Tanta paura, ma nessun danno fisico, per Aldo Aramini. Ieri è arrivato anche il commento di Guido Guidesi, deputato della Lega Nord, originario proprio di San Rocco.

«In un Paese normale il crollo di un ponte, una tragedia sfiorata che ha causato feriti e conseguenze economiche gravissime, non rimane impunito – ha detto –. Le cause e le responsabilità non possono finire nel dimenticatoio, ma devono essere accertate e perseguite adeguatamente. In questo paese crolla un ponte, durante il crollo automobilisti si salvano per miracolo e la giustizia italiana ci dice che nessuno ha colpa. Credo sia legittimo che i cittadini sappiano di chi sono le responsabilità, chi ha causato disagi incredibili e danni economici pesantissimi ad aziende e lavoratori». «Non è mia intenzione giudicare la sentenza, ma chiedo siano accertate responsabilità e cause – ha concluso –. In un paese normale fatti di questa gravità non vanno a finire nel nulla».