Mercoledì 24 Aprile 2024

Piano ripartenza ancora da finire Troppi ritardi

Migration

di Monica Pieraccini

Mancano due settimane al rientro a scuola, ma il piano regionale toscano per la ripartenza e per il trasporto pubblico ancora non c’è. E rischiano di restare sulla carta gli orari scaglionati delle scuole. Il piano, che sarà la somma dei dieci piani provinciali che usciranno dal tavolo con i prefetti, è solo abbozzato. Alcune province non hanno concluso le riunioni. A Firenze manca ancora il confronto con i sindacati. A Grosseto sono in corso incontri tra prefetto, Provincia, dirigenti scolastici. È ancora aperto il tavolo di concertazione a Massa Carrara e anche il piano di Firenze, secondo fonti sindacali, non è stato trasmesso alla Regione. Il piano regionale punterà sulla riorganizzazione dei 2.700 autobus già operativi in Toscana e sul loro potenziamento, con l’aggiunta di altri mezzi (circa 250) che arriveranno dalle aziende private di trasporto. Sono quattro milioni, al massimo, le risorse che la Regione stanzierà, oltre a 500mila euro per gli steward che affiancheranno il personale aziendale con il compito di gestire le fermate più critiche.

"Per il 7 gennaio, quando torneranno in presenza il 75% degli studenti e gli autobus viaggeranno al 50% di capienza, saremo pronti", afferma l’assessore regionale alla Mobilità Stefano Baccelli (in foto). "Siamo soddisfatti che la proposta presentata dal presidente Eugenio Giani al ministero delle Infrastrutture sia stata accolta, c’è un nuovo criterio di rimborso delle risorse che anticipiamo per il tpl. Saranno rimborsate le spese per i bus aggiuntivi richiesti dai prefetti". Ma il ritardo c’è e concreta è la possibilità che salti lo scaglionamento degli orari di ingresso e di uscita delle scuole. "Alcuni istituti – spiega Stefano Boni, della Fit Cisl Toscana – hanno problemi di personale, altri logistici. È stato proposto di scaglionare gli ingressi tra le 7.45 alle 9.30, ma non credo che ci si riuscirà". Se gli studenti usciranno da scuola tutti insieme, o quasi, il rischio di assembramenti resta alto e se gli steward non saranno in divisa le capacità di intervento saranno ridotte. "Se qualcosa il 7 gennaio non funzionerà – sottolinea Boni – si dovrà intervenire subito, magari prevedendo dei turni in classe tra chi va a scuola in presenza e chi invece resta a casa, e non aspettare un mese. Sappiamo cosa è accaduto a settembre e commettere gli stessi errori sarebbe una catastrofe".