Venerdì 26 Aprile 2024

Parigi stoppa la marcia dei No pass E il Canada sgombera i camionisti

Si lavora per riaprire il principale ponte di collegamento con gli Stati Uniti. In Francia tafferugli e 50 arresti

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di Giovanni Serafini

Volevano bloccare la Capitale con migliaia di automezzi provenienti da tutta la Francia, prendere possesso degli Champs-Elysées e dell’Arco di Trionfo, protestare sotto le finestre di Matignon e dell’Eliseo, per puntare poi verso Bruxelles: ma la tappa parigina del sedicente "convoglio della libertà" francese si è rivelata un mezzo fiasco. Niente "sabato nero" nella capitale. La marcia contro la "dittatura sanitaria", contro l’aumento della benzina e del gasolio, contro il rincaro della vita e in generale contro la politica di Emmanuel Macron, è stata bloccata dai blindati, dai lacrimogeni e da un muro di 7200 poliziotti che avevano l’ordine di "fare sul serio": non come nel 2018, quando rimasero inerti davanti all’assalto dei gilet gialli che espugnarono la città. Ci sono stati incidenti, ma di scarso rilievo. Tafferugli alle uscite del periphérique (la tangenziale), rapidamente sedati.

Una cinquantina i militanti arrestati, fra cui Jerome Rodriguez, il leader dei gilet gialli che perse un occhio durante le manifestazioni di quattro anni. Diverse centinaia di multe per ""manifestazione non autorizzata". Privo di capi e direttive coordinate, il movimento nato in Francia sull’esempio del "Freedom Convoy" canadese non è riuscito a calamitare adesioni da parte dei cittadini. Ha dato tuttavia la dimostrazione del disagio e della rabbia esistenti, qui come a Ottawa e in alcuni paesi europei dall’Olanda al Belgio. Ieri la polizia canadese ha rimosso i blocchi dei camionisti che da cinque giorni impedivano il transito lungo l’Ambassador Bridge, il ponte che collega l’Ontario con il Michigan, da Windsor a Detroit. Domani dovrebbero confluire da diverse parti su Bruxelles manifestanti francesi ed europei.

Secondo il ministero degli Interni francese erano più di 3 mila i veicoli -–automobili, camper, furgoni, trattori, camion – che si erano messi in movimento per confluire tutti insieme a Parigi venerdì sera. Hanno trovato ad attenderli uno sbarramento imponente: solo poche centinaia di manifestanti sono riusciti ad aggirarlo, in gran parte ex gilet gialli esperti in tattiche di spostamenti urbani. Raggiunti gli Champs-Elysées, che era l’obiettivo designato, sono stati rapidamente allontanati; già a metà pomeriggio il traffico era tornato normale fra la Madeleine e l’Arco di Trionfo.

Per i poteri pubblici, che temevano un "ritorno di fiamma" sulla scia del 2018, era essenziale allontanare la minaccia in questo momento politico delicatissimo, a meno di due mesi dalle elezioni presidenziali. Non a caso l’estrema destra di Marine Le Pen e l’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon, avevano espresso solidarietà ai manifestanti. Il portavoce del governo Gabriel Attal ha ammesso che "c’è una stanchezza legata all’epidemia e alle misure che continuano ad essere applicate": il fatto che le restrizioni cadano a breve dovrebbe allentare considerevolmente le tensioni. Ma i problemi economici, che creano ansia e malessere in moltissime famiglie, quelli rimangono. E c’è sempre qualcuno che è pronto a strumentalizzarli.