Mercoledì 24 Aprile 2024

Pedofilia, Papa chiede scusa alle vittime: "Su Barros ho usato il termine sbagliato"

Bergoglio, tornando dal viaggio in sudamerica, ha ammesso di aver usato la parola sbagliata in una intervista, ferendo le vittime di abusi sessuali. L'arcivescovo di Boston lo ha fatto notare, e il Papa si è corretto e lo ha ringraziato

Papa Francesco: "Ho usato il termine sbagliato" (Afp)

Papa Francesco: "Ho usato il termine sbagliato" (Afp)

Roma, 22 gennaio 2018 - "Chiedo scusa se ho ferito le vittime di abusi con le mie parole sul caso Barros".  E' il 'mea culpa' di Papa Francesco, che rispondendo alle domande dei giornalisti, sul volo che da Lima lo riporta a Roma, ammette di aver sbagliato termine nell'esprimersi sul caso di Juan Barros (il vescovo cileno di Osorno, contestato da gruppi di fedeli della sua diocesi i quali ritengono che fosse a conoscenza degli abusi sessuali commessi dal suo mentore padre Fernando Karadima e che li abbia coperti).

A far notare al Papa che qualcosa non tornava nelle parole usate nella sua intervista ai media cileni sul caso del vescovo di Osorno, era stato il cardinale Sean Patrick O'Malley, membro del Consiglio dei 9 cardinali che affianca Papa Francesco nello studio della riforma della Curia, e presidente della Pontificia Commissione per la protezione dei minori, oltre che arcivescovo di Boston.

A Iquique giovedì, a margine della messa, Francesco aveva risposto in modo secco alla domanda di una cronista locale, affermando di essere disposto a valutare "prove" su Barros se gli verranno presentate e aggiungendo di considerare "calunnie" le accuse finora rivolte contro il vescovo. Le parole del Pontefice hanno provocato una reazione forte da parte delle vittime di abusi in Cile e la dichiarazione di comprensione nei loro confronti da parte del cardinale Sean O'Malley. 

IL PAPA A IQUIQUE RISPONDE ALLA GIORNALISTA SU BARROS

"E' comprensibile che le parole di Papa Francesco in Cile siano state fonte di grande dispiacere per le vittime di abusi sessuali da parte del clero". Aveva detto O'Malley.

Sul volo di rientro a Roma Bergoglio ribadisce che, dopo lunghe indagini, non ci sono "evidenze" - e "se condannassi senza evidenza o senza certezza morale, commetterei io un delitto di cattivo giudizio" - ma precisa: "Se però arriva una persona e mi dà delle evidenze io sarò il primo ad ascoltarla". Era stata la parola 'prove' a lasciare dei dubbi.   "Per quanto riguarda il caso Barros", ha detto il Papa, riporta Vatican Insider, "l'ho fatto studiare, investigare. Davvero non ci sono evidenze di colpevolezza. Chiedo che vi siano delle evidenze per cambiare la mia posizione. A Iquique, quando mi hanno chiesto di Barros, ho detto: il giorno in cui avrò la prova parlerò"

"Ma ho sbagliato a usare la parola 'prova', parlerei piuttosto di 'evidenze': so che molta gente abusata non può avere delle prove. Non le ha e non può averle, o se le ha ne prova vergogna: il dramma degli abusati è tremendo", prosegue il Papa che ribadisce l'impegno alla linea di "tolleranza zero" avviato da Benedetto XVI. "La parola 'prova' non era la migliore, direi piuttosto 'evidenza'". 

"Con questo devo chiedere scusa, perché la parola prova ha ferito tanti abusati. E' una parola di traduzione e chiedo scusa a loro se li ho feriti senza accorgermi. Li ho ricevuto in Cile e a Filadelfia, come è stato pubblicato. So quanto soffrono, sentire che il Papa dice in faccia portatemi una prova è uno schiaffo, ora mi accorgo che la mia espressione è stata infelice e chiedo scusa".

Papa Francesco ha apprezzato la precisazione del cardinale Sean Patrick O'Malley. "Ho visto la sua dichiarazione. Questo mi ha fatto pensare. Io ho apprezzato il cardinale O'Malley, ringrazio per la dichiarazione, perché è stato molto giusto".