Open Arms, sbarcati altri 8 naufraghi. Toninelli: "Portiamo noi i migranti in Spagna"

L'iniziativa del ministro: "Li trasferiamo con la Guardia costiera, Madrid tolga la bandiera alla nave". A bordo restano 99 persone. Alarm Phone segnala naufragio.

Controlli sanitari sulla Open Arms (Ansa)

Controlli sanitari sulla Open Arms (Ansa)

Lampedusa, 20 agosto 2019 - Il ministro Danilo Toninelli prova a sbloccare lo stallo della Open Arms, la nave ferma davanti a Lampedusa. Dopo che l'ong ha  "incredibilmente rifiutato" di essere accompagnata in Spagna dalla Capitaneria di porto -  scrive il ministro su Facebook -  "a questo punto facciamo un ulteriore passo in avanti. Siamo disponibili a portare noi, con la nostra Guardia Costiera, nel porto iberico che ci verrà indicato tutti i migranti che sono a bordo della Open Arms". Toninelli chiede però che Madrid "faccia prima, a sua volta, un passo in avanti e tolga immediatamente la sua bandiera dalla nave Ong". 

Evacuazione notturna, ne sbarcano altri 8

A tarda sera l'account twitter inglese della ong annuncia una evacuazione urgente per motivi sanitari, vengono fatti sbarcare altri 8 migranti con un accompagnatore e visitati dai medici del Poliambulatorio di Lampedusa. Sulla banchina del Molo Favaloro, in attesa della selezione prima del trasferimento in infermeria, sono stati avvolti con coperte termiche e avvicinati da una squadra di primo soccorso. Due di questi sono stati portati via in ambulanza per accertamenti (un uomo per presunta aritmia cardiaca, una donna per un calo della vista) mentre gli altri, constatato che i sintomi prevalenti sono riconducibili alla sfera psicologica, sono stati portati con un pulmino nell'hotspot (uno del gruppo dei depressi ha una scabbia trattabile senza problemi). A bordo della nave spagnola catalana, a questo punto, rimangono 99 persone

Ieri, dalla Spagna, era arrivata la proposta di fare attraccare la nave in un porto delle Baleari - Palma di Maiorca o di Mahon, a Minorca - più vicino rispetto a quello indicato qualche ora prima ad Algeciras, in Andalusia. Dopo aver rifiutato la prima opzione - a causa della situazione a bordo, con i migranti allo stremo che non ce la farebbero a sostenere un viaggio così lungo - il comandante della nave, Marc Reig, ha ribadito la necessità di "sbarcare subito". "Con la nostra imbarcazione a 800 metri dalle coste di Lampedusa - scrive l'Ong in un comunicato stampa. -, gli stati europei stanno chiedendo a una piccola ONG come la nostra, di affrontare 590 miglia e 3 giorni di navigazione, in condizioni metereologiche peraltro avverse, con 107 persone stremate a bordo e 19 volontari e volontarie molto provati che da più di 24 giorni provano a garantire quei diritti che l'Europa nega. Se davvero un accordo è stato trovato, è indispensabile che Italia e Spagna si assumano la responsabilità di garantire, mettendo a disposizione tutti i mezzi necessari, che queste persone finalmente sbarchino in un porto sicuro".

Intanto all'orizzonte si profila una nuova tragedia del mare. L'allarme viene Alarm Phone, organizzazione che si occupa di raccogliere le segnalazioni dal Mediterraneo: "Un pescatore ci ha riferito di una barca capovolta davanti alle coste della Libia - si legge in un tweet -. Ha detto di aver salvato tre persone ed aver visto molti cadaveri. I superstiti hanno detto che a bordo c'erano più di cento persone. In questo momento non siamo in grado di verificare questa informazione, ma temiamo sia avvenuta un'altra tragedia di massa". 

Open Arms, apertura alla Spagna 

I responsabili di Open Arms Riccardo Gatti e Oscar Camps parlando con i cronisti sul molo di Lampedusa, aprivano stamani al trasferimento dei migranti fino in Spagna, a patto che si organizzi un trasporto adeguato. "Dopo 18 giorni di assoluto silenzio i due governi sembrano muoversi...Perfetto, che si prendano le loro responsabilità e si accordino su come gestire l'eventuale trasferimento nel porto sicuro che per noi è Lampedusa perché siamo a 800 metri: noi certamente non possiamo navigare verso Minorca o Maiorca con la situazione che c'è a bordo." E ancora: "Ci hanno comunicato che vorrebbero trasferire solo una parte dei 107 naufraghi nelle navi militari, il resto dei migranti dovremmo portarli noi e questo è impossibile".

"Da parte nostra c'è completa disponibilità a trasferire le persone a bordo delle loro imbarcazioni, ma quali? Dopo 18 giorni mettiamo queste persone a bordo di navi, anche capaci di fare soccorso, che però non sono dei traghetti? Dove le mettiamo, in coperta? Ancora per terra? Mettessero a disposizione dei traghetti e non delle navi militari per fare viaggiare queste persone, stremate, in condizioni umane" specificaa Gatti. "Stamattina abbiamo fatto un calcolo, abbiamo provato ad affittare un aereo che da Catania porterebbe le persone a Madrid: un Boeing per 200 persone viene 240 euro a passeggero. Per risolvere il caso Acquarius l'altro anno sono state pagate circa 290 mila euro per la nave della Guardia costiera, per l'altra nave non è stato neanche detto quanto si è speso.. Di che cosa stiamo parlando se non del disprezzo che le istituzioni stanno mettendo in atto con queste persone?". 

Salvini non cambia idea

Matteo Salvini, ospite in mattinata di 'Radio Anch'io', ha tenuto la posizione: "Non cambio idea, resto assolutamente contrario allo sbarco". "Perché Open Arms non va in Spagna? - ha aggiunto- In 18 giorni andavano e tornavano da Ibiza e Formentera 3 volte, questa per loro è una battaglia politica." In questo quadro estremamente delicato, fonti del Consiglio di Stato rendono noto che "nessun ricorso è stato finora depositato" contro la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato il divieto di sbarco per la nave Open Arms, è quanto si apprende da Palazzo Spada. 

Le critiche della Spagna

Aspre critiche dalla vice presidente del governo a interim spagnolo, Carmen Calvo, che ha esortato la Commissione europea a prendere una decisione contro l'Italia perchè "infrange le leggi" e mantiene i porti chiusi "contravvenendo a tutte le regole". Calvo ha tuttavia riconosciuto che la nave Open Arms "avrebbe potuto entrare a Malta". "Quella soluzione era lì - ha spiegato - ma non voleva farlo e ha insistito per andare in Italia". La vice premier si interroga inoltre sul perché la ong non accolga l'apertura da parte della Spagna. "Gli abbiamo offerto ogni tipo di aiuto, cure mediche, cibo...Non capiamo la posizione di Open Arms. Capiamo che la situazione è critica per l'incertezza e la disperazione, però una volta che hanno un porto sicuro ed i migranti sanno dove andare, chiunque capisce che non c'è alcun problema" ha spiegato la Calvo in un'intervista alla radio Cadena Ser. 

"Non è vero che la nave di Open Arms avrebbe potuto andare a Malta invece che in Italia" ha ribattuto Oscar Camps, fondatore della ong spagnola, contestando le dichiarazioni della numero due del governo iberico. "Malta ci ha negato lo sbarco dal primo momento - ha detto Camps in un'intervista a "El Diario" - Dopo l'ultimo salvataggio, Malta ha offerto di tenere solo gli ultimi 39 migranti soccorsi, quando già ne avevamo a bordo oltre 100 da 15 giorni e dei quali non voleva sapere nulla". Secondo il fondatore di Open Arms, "quando, dieci ore dopo il salvataggio, si è avvicinata una motovedetta maltese, c'è stata una rivolta a bordo, perché pensavano che sarebbero stati riportati in Libia". "Il capitano - ha concluso - non ha potuto compiere il trasferimento, ripeto, solo di 39 persone. Non c'è mai stato offerto di sbarcare anche gli altri".

La Commissione Ue

"La Commissione europea accoglie positivamente la decisione della Spagna di offrire un porto per la Open Arms, ma chiede a tutti gli attori coinvolti di cooperare per permettere lo sbarco immediato delle persone a bordo." Questo l'invito della portavoce della Commissione, Natasha Bertaud che porta all'attenzione anche la situazione della Ocean Viking. "E' stata sollevata nei nostri contatti internazionali e accoglieremo con favore lo stesso spirito di solidarietà per i migranti a bordo dimostrato per la Open Arms" ha ricordato la Berthaud, riferendosi alla nave di Msf e Sos Mediterranee con a bordo 356 migranti da dieci giorni nelle acque internazionali tra Malta e Lampedusa.

Richard Gere: Salvini baby Trump

Anche Richard Gere - che nei giorni scorsi era salito a bordo della nave, portando viveri e solidarietà ai migranti - è tornato oggi sul tema in un'intervista al Corriere della Sera: "Se il vostro ministro spendesse del tempo con quelle persone, ascoltasse le loro storie, i loro traumi familiari, cambierebbe la sua visione. Lui fa di un'emergenza umana un caso politico. Ma è cattiva politica. Ho ammirato invece il ministro della Difesa Elisabetta Trenta: lei questo caso non può separarlo dalla sua coscienza". In un parallelo con gli Stati Uniti, l'attore ha aggiunto: "Salvini lo chiamo Baby Trump. Usa la stessa ignoranza in senso radicale, fanno leva su paura e odio. Dobbiamo fermare Trump".

Del medesimo tenore l'intervento del Cardinale Gualtiero Bassetti, al Meeting di Rimini: "Più importante aiutare lo straniero o l'Italiano? Si aiuta chi ha più bisogno". E ancora: "La posizione della Chiesa" sulla Open Arms, "è molto semplice" secondo il presidente della Cei: "noi facciamo il mestiere del Samaritano".

Intanto i 27 minori non accompagnati che nei giorni scorsi sono stati fatti sbarcare dall'imbarcazione della ong iberica, oggi lasciano Lampedusa per raggiungere con la nave Porto Empedocle. Da qui lo smistamento in alcuni centri di accoglienza per minori. Alcuni di loro, al momento dell'identificazione, hanno ammesso di avere 18 anni, quindi le loro condizioni muteranno.