Mercoledì 24 Aprile 2024

Omicidio Vannini, Federico Ciontoli: "Mio padre mi disse di uno scherzo"

Al via il processo d'appello-bis. Ciontoli: "Chiamai subito i soccorsi, non volevo nascondere nulla". La mamma di Marco: "Dichiarazioni vergognose"

Valerio Vannini e Marina Conte, genitori di Marco Vannini (Ansa)

Valerio Vannini e Marina Conte, genitori di Marco Vannini (Ansa)

Roma, 8 luglio 2020 - "Mio padre diceva che Marco si era spaventato per uno scherzo, e io gli credetti perché non c'era nessuna ragione per non farlo. Non c'era niente che mi spinse a non credere in quello che mio padre chiamò 'colpo d'aria', del cui significato non mi interessai più di tanto essendo stato solo uno scherzo". Queste le parole di Federico Ciontoli, rilasciate con una dichiarazione spontanea davanti ai giudici. Figlio di Antonio, è imputato nel processo d'appello-bis per l'omicidio di Marco Vanniniche ha preso il via questa mattina, dopo la sentenza dei giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione, del 7 febbraio scorso. I giudici della Suprema Corte avevano accolto, infatti, la richiesta delle parti civili e del sostituto procuratore generale che, al termine della requisitoria, aveva chiesto di annullare con rinvio la sentenza d'appello per la famiglia Ciontoli e disporre un nuovo processo per il riconoscimento dell'omicidio volontario, con dolo eventuale. Marco fu ucciso da un colpo di pistola nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015, mentre era a casa della fidanzata a Ladispoli, sul litorale romano.  "Ci aspettiamo giustizia e verità per Marco", ha detto la mamma di Vannini, Marina Conte, arrivando con il marito Valerio e altri familiari in Corte d'Appello a Roma. Per l'omicidio del ragazzo, appena ventenne, il 29 gennaio dello scorso anno i giudici della corte d'Assise d'Appello di Roma avevano condannato Antonio Ciontoli, padre della fidanzata di Vannini, per l'accusa di omicidio colposo a 5 anni di reclusione, contro i 14 che gli erano stati inflitti in primo grado per omicidio volontario. Nell'occasione erano state confermate, invece, le condanne a tre anni per i due figli di Ciontoli, Martina e Federico, e per la moglie Maria Pezzillo. 

"E' stato fino ad oggi ripetutamente detto, solo sulla base di supposizioni, e questo è presente addirittura in alcuni atti processuali, che anche a costo di far morire Marco io avrei nascosto quello che era successo - ì ha continuato a leggere la sua dichiarazione spontanea Federico Ciontoli -. La verità è che io ho chiamato i soccorsi pensando che si trattasse di uno spavento, figuriamoci se non l'avrei fatto sapendo che era partito un proiettile". E ancora, ai giudici della Corte d'appello della Capitale, ha aggiunto: "Se avessi voluto nascondere qualcosa perché avrei chiamato subito l'ambulanza di mia spontanea volontà, dicendo che Marco non respirava, e perché avrei detto a mia madre che non mi credevano e di fare venire i soccorsi immediatamente? Vi prego: non cadete in simili suggestioni, che sono totalmente contraddette dalla realtà". 

Federico Ciontoli ha poi continuato la sua dichiarazione affermando di essere in aula "non per paura di essere condannato, ma perché la verità è quello che ho sempre raccontato". Poi ha aggiunto: "Per tre interminabili anni sono uscito ogni giorno da casa per andare a lavorare e ho camminato perseguitato dall'immagine di qualcuno che potesse venire e spararmi alla testa, spinto da quello che si diceva su di me in televisione. Non che questo non possa avvenire oggi, o che io non lo pensi più oggi, ma oggi ho paura, ho più paura perché ho raggiunto una certezza che rimarrebbe anche se io non esistessi più. Anche se quello che veniamo a sapere, che vediamo, che sentiamo spesso non è la verità, ma una costruzione difronte alla verità ogni costruzione crolla". 

Per Marina Conte, madre di Marco Vannini, si tratta di "dichiarazioni vergognose, nemmeno una parola per Marco". Al termine della prima udienza del processo di appello bis per la morte del figlio, commenta le dichiarazioni spontanee di Federico Ciontoli, figlio di Antonio: "Ancora non riescono a capire che è morto un ragazzo di 20 anni. Continuano a girare il coltello nella ferita".