
Fallou Sall fu ucciso da un coetaneo in via Piave il 4 settembre 2024
Bologna, 21 maggio 2025 - È cominciato nel primo pomeriggio al Tribunale dei minori di Bologna il processo, con rito ordinario, che vede imputato il 16enne italiano accusato dell’omicidio del coetaneo Fallou Sall, avvenuto il 4 settembre del 2024, in via Piave, a Bologna, e del tentato omicidio dell’amico di questi, un 17enne bengalese, a sua volta accusato di lesioni e molestie telefoniche nei confronti del principale imputato. In relazione a queste accuse il 17enne ha chiesto e ottenuto la messa alla prova e la sua posizione è stata stralciata. L’udienza è durata circa due ore e sono state presentate le liste dei testimoni che saranno in tutto una ventina tra accusa (pm Caterina Salusti) e difesa.
Il 16enne, assistito dall’avvocato Pietro Gabriele, ha partecipato all’udienza in videocollegamento dall’Istituto penale minorile di Niside (Napoli). In aula era presente anche la madre di Fallou Sall, insieme all’avvocata Loredana Pastore. La presidente del collegio di giudici, Gabriella Tomai (presidente del Tribunale per i minorenni di Bologna), ha fissato la prossima udienza al 6 giugno. Secondo quanto ricostruito all’epoca dagli investigatori, qualche giorno prima del delitto, il 31 agosto, c’era stata una lite verbale tra il 16enne e il 17enne bengalese. Il 4 settembre, poi, il bengalese e l’italiano si sono incontrati di nuovo e si sono presi a pugni.
Il 16enne sarebbe fuggito verso casa, inseguito da più persone, prima di essere placcato a terra. Tra i ragazzi c’era Fallou, intervenuto in aiuto del 17enne. A questo punto, il 16enne avrebbe tirato fuori il coltello, colpendo alla cieca per difendersi – secondo la sua versione – e raggiungendo Fallou al cuore e l’amico 17enne al collo. Per la Procura si è trattato di omicidio volontario. “Parlare di fatti di sangue, soprattutto quando si tratta di minori, come soggetti attivi di reato e anche purtroppo di sioggetti passivi, non è difficile: è molto difficile – dice l’avvocato Gabriele –. Il processo verrà fatto con rispetto verso il ricordo della vittima e i suoi familiari e celebrato in chiave difensiva con il massimo contegno. Lo scopo della difesa in questo processo, comunque, sarà di confutare quelle che saranno le argomentazioni della pubblica accusa, non per la proposizione di una verità alternativa, ma per vivisezionare il fatto per un eventuale, io ritengo probabile, riconoscimento della legittima difesa”.
“Il collega (della difesa, ndr) ha anticipato la sua strategia – spiega l’avvocata Pastore –, noi al processo possiamo solo ascoltare e vivere quello che i genitori hanno diritto di vivere”. Ieri in aula era presente la mamma. I genitori della vittima chiedono giustizia.Questa prima udienza è stata definita tecnica dai legali e ha visto l’ammissione delle prove e dei testimoni di procura e difesa, oltre alla calendarizzazione delle udienze.