Giovedì 25 Aprile 2024

Navi e caserme per isolare i profughi infetti

Emergenza nuovi arrivi, doppio piano del governo: bando per trovare un traghetto in due giorni o scatta il ricovero in strutture protette.

Migration

di Nino Femiani

Si cerca una nave-quarantena per ospitare i migranti positivi al Covid-19. Se non si troverà un armatore pronto a metterla a disposizione del Viminale, in due o tre giorni, si punterà sul piano B: ovvero caserme militari o beni confiscati.

Dopo un fine settimana segnato da tensioni e proteste in Calabria, ecco prendere forma una decisione che si era già intravista domenica pomeriggio quando la mobilitazione di alcune località calabresi aveva fatto saltare il banco dell’accoglienza.

Così da ieri assumono consistenza le mosse di Michele Di Bari, capo dipartimento delle Libertà civili e dell’Immigrazione del Ministero dell’Interno. Se nessuno metterà a disposizione un traghetto-lazzaretto come Moby Zazà - che oggi si trova a Porto Empedocle per ospitare gli immigrati contagiati sbarcati nell’agrigentino- , si punterà su caserme o su immobili sottratti alla mafia.

Chi andrà sul traghetto o verrà ospitato nelle strutture sulla terraferma sarà però totalmente isolato dagli altri e sottoposto a costanti controlli sanitari.

Intorno a essi ci sarà un cordone sanitario, saranno effettuati servizi di vigilanza per impedire ingressi di estranei e fermare eventuali proteste.

Proprio quest’ultime non accennano però a smorzarsi nonostante i passi del Governo. Questo perché si teme un’ondata ulteriore di sbarchi alimentati da intese neanche troppo velate tra mafia e trafficanti di uomini.

Gli osservatori del fenomeno criminale ritengono, infatti, che dopo il blocco dei voli da numerosi Paesi africani (recentemente si sono aggiunti anche Bahrein, Bangladesh, Kuwait, Oman), le organizzazioni criminali si sono già mosse per facilitare gli sbarchi in Italia, garantendo anche il trasferimento in altri Stati europei.

Un segnale in questa direzione arriva proprio dall’intensificarsi degli arrivi a giugno e nei primi giorni di luglio (in 10 mila sarebbero già pronti a partire dalla Libia). Per questo motivo il Viminale intende proporre un bando-sprint per ricevere subito delle manifestazioni di interesse. Ma non sarà facile perché occorrono navi con particolari requisiti di spazio e di isolamento all’esterno.

Ad Amantea, intanto, si è dispiegato nella notte un piccolo contingente dell’esercito, a fare da cuscinetto tra la popolazione residente e i 28 migranti bengalesi trasferiti dalla Prefettura di Cosenza e di cui 13 positivi al Covid (tutti asintomatici).

Erano arrivati insieme ad altri 42 su un veliero approdato a Caulonia: sui 70 totali, 26 sono risultati positivi, la metà spedita ad Amantea dove 2-300 residenti hanno alzato barricate e bloccato il traffico. Dalla loro parte c’è la governatrice Jole Santelli: "I cittadini calabresi hanno perfettamente ragione. Abbiamo mantenuto in maniera molto determinata il lockdown. Siamo stati rispettosi delle norme, abbiamo preservato il nostro territorio, anche per poter gestire una stagione turistica seria. Per noi si tratta non di ricchezza, ma di evitare la povertà".

Ma mugugni arrivano anche dalla deputata Pd, Enza Bruno Bossio: "Credo che l’isolamento sanitario di italiani o non, non dovrebbe essere fatto in una struttura non sanitaria al centro di un paese turistico nel pieno della stagione balneare".