Venerdì 26 Aprile 2024

Muore per un neo, arrestati medico e santone

Genova, la vittima aveva 40 anni si era rivolta a un centro olistico. Operata su un tavolo da cucina: niente anestesia e esame istologico

di Luca Degl’Innocenti

Un’operazione chirurgica per l’asportazione di un melanoma effettuata – è l’accusa – senza anestesia sul tavolo della cucina di un centro olisticoagriturismo; la paziente che muore qualche tempo dopo tra gravi sofferenze; l’arresto (ai domiciliari) del titolare della struttura e del medico che ha praticato l’asportazione. Il tutto ammantato da pratiche di "purificazione spirituale". Sono questi gli elementi di una tragedia che vede protagonisti Roberta Repetto, la donna deceduta; Paolo Oneda, medico chirurgo in forza all’ospedale di Manerbio (Bassa bresciana); Vincenzo Paolo Bendinelli, milanese, tra i fondatori, a inizio Duemila, del centro Anidra: nel piccolo Comune montano di Borzonasca (Genova), lì dove la tragedia si sarebbe consumata.

A ricostruire la vicenda i carabinieri liguri coordinati dal sostituto procuratore Gabriella Dotto che contesta i reati di omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di persone incapaci. Alla tragedia si arriva nelle more di un’indagine del 2019 condotta sui vertici di Anidra per violenza sessuale e tutt’ora in corso. Roberta, Bobby come era conosciuta in quel centro in cui insegnava anche pratiche meditative e dove si era anche sposata, muore lo scorso ottobre all’ospedale San Martino di Genova dove era stata ricoverata per un "melanoma plurimetastatico". I familiari ne denunciano subito l’accaduto (il padre, Renzo, è stato sindaco di Chiavari) evidenziando che nell’ottobre 2018 la congiunta aveva subìto l’asportazione di un neo verrucoso sanguinante con le modalità improprie contestate dalla procura e fatte proprie dal gip; il tutto senza che venisse effettuato un accertamento istologico. Ci sono messaggi su Telegram o mail a inchiodare il medico Oneda: 4 giorni prima del decesso le suggerisce di rifiutare la trasfusione proposta dai medici dell’ospedale di Lavagna e di non dire chi l’avesse operata; e ancora: "Scusami quella cosa che mi avevi tolto cos’era, perché dicono che l’origine potrebbe essere un neo. Cos’era un neo verrucoso? e nel caso chi posso dire che me lo avrebbe tolto per non metterti in mezzo?". E Oneda avrebbe risposto: "Un neo verrucoso tolto perché ti grattavi e sanguinava e non hai voluto fare l’istologico".

Ma la procura ha in mano evidenze che riguardano anche l’olistico Bendinelli. Tre mesi dopo l’intervento in cucina, Roberta gli chiede aiuto, fa capire di stare male. Molto male. Al punto di non riuscire a tenere su il capo; di avere dolori e gonfiori ovunque. Salvo poi provare a giustificare il tutto con una dieta sbagliata degli ultimi giorni. Un aspetto che per gli inquirenti dimostra quanto la donna fosse attaccata a queste persone. Una fiducia non corrisposta, a quanto pare: "Quando arrivi?", chiede a Bendinelli facendo capire di stare molto male. Lui risponde di essere occupato con la barca trovata allagata. Roberta era una persona normale – hanno riferito amici della vittima – per poi allontanarsi dagli affetti una volta entrata in quel centro "abbracciando gli insegnamenti del ’maestro’", scrivono i carabinieri. Quel maestro che – scrive Roberta – l’ha fatta sentire "una merda solo per essere uscita a mangiare una pizza". Denunciata anche una donna, una psicologa.