Domenica 5 Maggio 2024

Bassetti: “L’epidemia di morbillo è partita. Il peggio arriverà in estate”

Il primario di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova commentando gli ultimi dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità. La preoccupazione degli esperti

Bassetti: "E' partita l'epidemia di morbillo"

Bassetti: "E' partita l'epidemia di morbillo"

Roma, 8 aprile 2024 – Si dice “preoccupato” e soprattutto stupito del fatto che “nessuno se ne preoccupi”. Sono le parole di Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, che ha commentato i dati sui casi di morbillo registrati nei primi tre mesi dell’anno in Italia. “E’ partita un’epidemia” e il picco “si verificherà a cavallo dell’estate”.

Bassetti: "E' partita l'epidemia di morbillo"
Bassetti: "E' partita l'epidemia di morbillo"

I dati sul morbillo pubblicati oggi dall'Iss (Istituto superiore di sanità) "confermano che purtroppo in questo 2024 è partita un'epidemia: abbiamo numeri significativi, 213 casi in 3 mesi, rispetto al 2023 con pochi casi. E' solo l'inizio, il peggio deve arrivare e temo che sarà a cavallo dell'estate. La popolazione colpita è non vaccinata o con una sola dose, tra 15 e 40 anni, una fascia già messa in evidenza dal report dell'Ecdc che aveva registrato 30mila casi nel 2023. Mi colpisce che nessuno si preoccupi per le complicazioni: non è una malattia tranquilla e gestibile, se la prendi in età adulta può essere grave e dare complicazioni", ha detto Bassetti. "La vaccinazione è lo strumento di protezione che il Servizio sanitario nazionale deve mettere in campo – suggerisce Bassetti – Non è più iniziativa del singolo, ma serve l'intervento dello Stato che deve tutelarsi con le vaccinazioni".

Nei primi 3 mesi del 2024 sono stati 213 i casi di morbillo in Italia, l'85% dei quali confermati (181). Trentaquattro infezioni sono state notificate a gennaio, 93 a febbraio e 86 a marzo. Quasi 9 contagiati su 10 (88,2%) non erano vaccinati. E' quanto indica l'Istituto superiore di sanità nell'ultimo bollettino curato dalla sorveglianza epidemiologica nazionale su morbillo e rosolia. Sul totale dei casi di morbillo registrati dal primo gennaio al 31 marzo, 18 (8,4%) sono importati. Il 68% dei contagi (146 su 213) è stato segnalato da tre regioni (Lazio, che riporta l'incidenza più alta; Sicilia; Toscana).

L'età mediana degli infettati è pari a 31 anni, ma l'incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età 0-4 anni; 11 contagiati avevano meno di un anno di età. In 20 casi la trasmissione è avvenuta in ospedale e sono stati segnalati 11 casi tra operatori sanitari. Cinquantasei casi (26,3%) hanno riportato almeno una complicanza, inclusi 23 casi di polmonite e un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato. Nello stesso periodo, non sono stati segnalati casi di rosolia.

Un allarme quello lanciato da Bassetti che non è rimasto isolato. “Questa esplosione di casi di morbillo è una vera e propria emergenza che sta passando sotto il silenzio delle istituzioni. L'allarme sta nel fatto che il morbillo è una malattia in fase di eradicazione, per cui anche un solo caso nel nostro Paese dovrebbe destare preoccupazione". E' il punto di vista di Pierluigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento, che commenta gli ultimi dati dell'Istituto superiore di sanità sulla diffusione del morbillo. Per Lopalco "è urgente alzare la guardia e chiamare alla vaccinazione tutti quelli, soprattutto adolescenti e giovani adulti, che non hanno mai avuto la malattia e non sono vaccinati. Purtroppo – sottolinea – questi casi avvengono in adulti e bambini molto piccoli (troppo piccoli per essere vaccinati), dove il morbillo si presenta con una quota più elevata di complicanze".

"Non vedo altra opzione se non la vaccinazione", gli fa eco Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, c'è "la necessità di promuovere campagne per ripristinare la protezione vaccinale. Serve informazione – spiega commentando l'ultimo bollettino diffuso dall'Istituto superiore di sanità – e serve un impegno proattivo da parte dei Dipartimenti di prevenzione", una 'chiamata' alla vaccinazione per le categorie a più alto rischio di contagio. Oltre a proteggere i non vaccinati, secondo l'esperto occorre "recuperare le seconde dosi mancate per quanto riguarda i giovani", mentre "fra gli adulti bisogna puntare ai soggetti più esposti, come insegnanti e operatori sanitari". "Sicuramente vediamo una situazione legata al calo della copertura vaccinale", sottolinea Pregliasco. "Essendo il morbillo una malattia con un indice di trasmissibilità R0 molto alto (ogni caso ne può generare 13-15), e avvenendo il contagio attraverso il respiro, l'unica strategia – insiste il medico – è la vaccinazione".