Sabato 27 Aprile 2024

Missili e tank, terrore nel cuore del Paese Le bombe sui civili non piegano la resistenza

Esplosioni vicino alla centrale elettrica, distrutti venti blindati russi. Alle milizie di volontari ucraini distribuiti 18mila kalashnikov

Migration

di Alessandro Farruggia

Vladimir Putin ha chiesto una blitzkrieg, guerra lampo, per prendere Kiev, decapitare il governo ucraino e ottenere una capitolazione che aprisse la strada a un regime amico. Ed è per questo che mentre il resto dello sforzo bellico russo produce avanzamenti limitati sui fronti sud e soprattutto est tutta la concentrazione è messa sul fronte nord, dove si sta sviluppando la battaglia di Kiev. Il presidente Volodymyr Zelensky dice che "il nemico arriverà, è la notte più dura ma l’alba arriverà". È un fatto che a oggi gli ucraini difendono metro per metro il loro territorio. Una resistenza inattesa per i russi: 18mila fucili sono stati distribuiti ai civili.

LA BATTAGLIA DI KIEV

Dopo aver conquistato la zona di esclusione di Chernobyl ma non essere riusciti a prendere la città di Chernikov (nel cui fallito assalto sono stati distrutti una ventina di blindati russi) due colonne corazzate russe – almeno un paio di centinaia di mezzi l’una tra tank e BTR trasporto truppe – si sono mosse verso Kiev. La prima direttrice d’attacco ha portato ieri alla conquista di Konotop, a nord-est di Kiev, e ad avanzare verso Nizhin e Kozeletz, dove è stata fermata dagli ucraini. L’obiettivo dei russi era raggiungere la città satellite di Brovary, appena ad est di Kiev. Ma per ora è fallito. Meglio ha fatto la seconda colonna che muovendo da Chernobyl (rinforzata da truppe aviotrasportate a Gomel, in Bielorussia), si è divisa in due tronconi, uno ha ingaggiato durissimi combattimenti a Ivankiv, e ha avanzato fino all’aeroporto di Gostomel – teatro l’altro ieri di un fallito attacco aviotrasportato russo – e nella zona di Irpin, Vorzel e Bucha, dove è stata fermata. Una nucleo mobile – due dozzine di blindati veloci, ruotati, niente tank – seguendo il corso del fiume Dnepr, ha avanzato in profondità aggirando gli ucraini impegnati a bloccare la zona di Gostomel (la porta occidentale di Kiev) ed è entrata in città. I russi sono penetrati nel quartiere di Obolon, zona semi centrale della grande capitale, percorrendo il Bogolski e il Bogatierska, grandi viali attorno ai quali sorgono enormi quartieri Microrayan di edilizia popolare. Nei Microrayan 8-6-4 e 9 sono stati attaccati da forze ucraine che li hanno neutralizzati utilizzando i razzi anticarro Javelin. Le forze russe restano attestate a est e ovest della capitale, una trentina di chilometri dal centro. Diverse esplosioni ravvicinate sono state udite vicino alla centrale elettrica. Molti gli attacchi aerei, anche su obiettivi civili, e la notte di Kiev è stata durissima, tra spari ed esplosioni, come d’altra parte aveva detto lo stesso Zelensky.

SABOTATORI IN AZIONE

In città si trovano centinaia di uomini del Gru, il servizio militare russo, con compiti di sabotaggio. Ieri sera poco prima delle 20 avrebbero colpito nel quartiere di Troyeshchyna, Kiev nord-est, con 5 esplosioni dentro la grande centrale elettrica CHPP6, facendo danni ma non tali da bloccare la produzione. Il sindaco ha chiesto ai cittadini di cancellare le scritte che sarebbero state fatte da sabotatori sul tetto di alcuni edifici per indirizzare aerei ed elicotteri verso i target. A protezione dei ponti sono piazzate unità della 112 brigata territoriale. Diciottomila kalashnikov sono stati distribuiti a volontari, per la guerriglia contro i russi.

AVANZATA A SUD

Le forze russe provenienti dalla Crimea hanno avanzato su due direttrici: una verso Kherson, dov’è stato perso dagli ucraini il ponte sul fiume ma la città viene difesa con successo. Ripresa dai russi anche la diga di Kahovka, ma le unità di Mosca non hanno passato il fiume, oltre il quale sono gli ucraini. Il secondo fronte è a est, verso Mariupol. I russi hanno avanzato di alcune decine di chilometri: il ministero della Difesa sostiene di aver conquisto Melitopol. Inoltre avrebbero effettuato uno sbarco di fanti di marina più a est, verso la città portuale Mariupol, obiettivo da anni dei separatisti di Donetsk e oggetto ieri di attecchi aerei e pesanti bombardamenti d’artiglieria, anche con razzi Grad.

IL FATTORE JAVELIN

Il buon comportamento dell’esercito ucraino è dovuto al coraggio e alla motivazione delle truppe ma anche a tre fattori tecnologici. Il primo è l’arma anticarro portatile Javelin, fornita da Paesi Nato, che fa strage di carri russi. La seconda: i missili antiaerei Stinger che hanno portato all’abbattimento di almeno 7 elicotteri e altrettanti aerei russi. La terza è l’intelligence tattica fornita discretamente dalla Nato grazie alla rete di satelliti Usa. Gli ucraini poi hanno informazioni dettagliate sui movimenti delle truppe russe e possono contrastarle con efficacia. Per questo le perdite russe sarebbero pesanti: 2.800 uomini per il ministero della Difesa ucraino, 1.000-1.200 secondo fonti occidentali. Ma sempre tante per quella che doveva essere una blitzkrieg e invece inizia a somigliare a un Afghanistan.