Mercoledì 24 Aprile 2024

Migranti, Conte sulla Diciotti: "Non più disponibili ad accoglienza indiscriminata"

Il premier riferisce in Senato: senza intervento della nave della guardia costiera molti migranti sarebbero morti. E Malta risponde: commenti inaccurati. La responsabilità era vostra

Giuseppe Conte in Senato (Lapresse)

Giuseppe Conte in Senato (Lapresse)

Roma, 12 settembre 2018 - Il premier Conte in Senato per riferire sul caso della nave Diciotti attacca Malta a cui spettava "la responsabilità" delle operazioni di sbarco dei migranti e l'Europa, che, dice, "ha perso un'ocasione do solidarietà". Difende l'operato della Guardia Costiera Italiana, senza il cui intervento molti dei migranti soccorsi "sarrebbero morti". E avverte: "L'Italia non è più disponibile a un'accoglienza indiscriminata".

"MOLTI SAREBBERO MORTI" - "Senza l'intervento concreto e diretto della Guardia Costiera italiana, molte di queste persone sarebbero morte", ha detto il presidente del Consiglio in Aula. A dimostrarlo, spiega, la ricognizione di un velivolo della Guardia Costiera in zona che, per Conte, aveva rilevato l'assenza del barcone soccorso con "chiare tracce di un affondamento quali iridescenze da idrocarburi, diversi giubbotti di salvataggio ed elementi strutturali di un'imbarcazione". Le operazioni di soccorso, ha aggiunto Conte, "hanno inteso sempre privilegiare la salvaguardia delle vite umane e della dignità delle persone, coniugando tale intendimento con l'altrettanto necessario rispetto degli obblighi derivanti dalla vigente normativa internazionale e convenzionale sul salvataggio in mare e sul diritto d'asilo dei migranti".

"COMPETENZA DI MALTA" - Il premier punta il dito contro Malta e spiega che "le Autorità maltesi, pur avendo assunto formalmente sin dall'inizio la responsabilità del coordinamento dell'intervento" di salvataggio dei migranti, "con il trascorrere delle ore hanno dimostrato il non intendimento a procedere alle operazioni di soccorso limitandosi ad indicare ai migranti, anche scortandoli, la rotta nella direzione dell'area Sar di competenza italiana". Conte aggiunge che "si continuava a chiedere a Malta, senza ottenere alcuna risposta, di indicare il porto di sbarco. Infatti, nonostante la situazione di grave pericolo per le persone - evidenziata dallo stato di precarietà del barcone inabissatosi nelle ore successive - avesse reso necessario l'intervento delle unità navali italiane, era evidente che permaneva la competenza maltese nella definizione delle operazioni". Il premier ribadisce che "constata l'inerzia delle autorità maltesi, il nostro comando generale valutava come probabile la necessità di interevento di soccorso per trasferire su altra unità tutti gli occupanti, o una parte, del barcone a largo delle coste di Lampedusa".

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MALTA RISPONDE - Non si è fatta attendere la risposta del governo maltese che definisce in una nota "inaccurati" i commenti del premier Conte. L'Italia secondo La Valletta "aveva la piena responsabilità dello sbarco dei migranti nel rispetto del diritto internazionale ed europeo. Non abbiamo in alcun modo rinnegato i nostri obblighi - si legge ancora nella nota - e al contrario di quanto affermato dal premier italiano, abbiamo offerto assistenza ma è stata rifiutata. Trovandosi la barca in alto mare, non potevamo intercettarla con la forza ma abbiamo continuato a monitorarla. Infine, non appena la nave italiana ha preso a bordo le persone soccorse - argomentano ancora da Malta - sono scattate le regole del sistema comune europeo d'asilo".

AVVISO ALL'UE - Il presidente Conte attacca l'Unione europea: la vicenda Diciotti, dice, "non è stata una bella pagina per l'Europa: che ha perso l'occasione per dare concretezza a quei principi di solidarietà e responsabilità che vengono costantemente evocati come valori fondamentali dell'ordinamento europeo". "Il governo italiano ha ribadito, fin dall'avvio del caso Diciotti, la propria convinzione che essa dovesse necessariamente essere affrontata in linea con i principi di solidarietà e di condivisione tra i Paesi dell'Unione Europea in materia di gestione dei flussi migratori", sostiene il premier. "Si è pertanto lavorato assiduamente affinché si realizzasse una ripartizione delle persone soccorse in mare, come avvenuto nei casi di emergenze nelle settimane precedenti (nave 'Life Line' con a bordo 234 persone, sbarcata a La Valletta nel giugno scorso; nave "Open Arms" con a bordo 60 persone, sbarcata a Barcellona nel luglio scorso; barcone con a bordo 450 persone, sbarcato a Pozzallo nel luglio scorso; nave 'Open Arms' con a bordo 87 persone, sbarcata ad Algeciras ad agosto; nave 'Aquarius' con a bordo 141 persone, sbarcata a La Valletta ad agosto). Conte avverte poi: "Quello che è cambiato rispetto al passato è che l'Italia non è più disponibile ad accogliere indiscriminatamente i migranti, contribuendo seppure involontariamente a incrementare il traffico di esseri umani e supplendo alla responsabilità che spetta all'Unione europea, ottundendo il vincolo di solidarietà che grava su ciascuno Stato membro".