Venerdì 26 Aprile 2024

Malati di disobbedienza Il virus dilaga tra i tedeschi

In Germania (e nell’Est) la gente non crede più alle autorità e non si vaccina. Pesa la memoria dei regimi. I più diffidenti sono i reduci del ’68, oggi in pensione

di Roberto Giardina

Non se lo spiegano neanche loro, i tedeschi. Perché fanno peggio dell’Italia contro il Covid? Non eravamo noi latini i superficiali, e i prussiani obbedienti e affidabili? I dati sono catastrofici in tutti i paesi di lingua tedesca, non solo la Germania e l’Austria, anche la Svizzera del Nord, da Zurigo a Basilea a Berna.

Colpa dell’eredità storica, di Hitler e di Stalin, delle due dittature di segno opposto che hanno diviso le Germanie e dominato l’Austria, tentano di spiegare storici e sociologi. Chissà, comunque è una tesi che non dovrebbe valere per la Svizzera. Una delle antiche virtù prussiane era l’obbedienza, bisogna obbedire al sovrano, perché il potere è concesso da Dio. Ma è un comandamento di Lutero, che influisce dunque anche sulla mentalità della Svizzera protestante.

Perché ci si ribella invece all’ordine di vaccinarsi, e si violano le norme per limitare i contagi? Dovrebbe avvenire il contrario. Ma si è obbedito troppo in passato, e le conseguenze sono state disastrose, nella DDR, la Germania comunista, nei paesi dell’Europa orientale, e nel III Reich. Befehl ist Befehl, un ordine è un ordine, non si discute, una massima che ha condotto a Auschwitz. I giovani del ‘68 si ribellarono contro i padri che seguirono Hitler. Oggi sono in pensione, hanno figli e nipoti educati alla disobbedienza critica, a diffidare di chi è al potere. È quanto avviene in Bulgaria, in Romania o Polonia, dove non si dimentica il regime rosso. Il popolo non si fida, pur 30 anni dopo il crollo dell’impero sovietico.

Sarà, le spiegazioni storiche sono tranquillizzanti perché assolvono gli errori di oggi. A Berlino l’indice di contagio è salito a 376 (su 100mila abitanti), sette volte più rispetto all’estate. In certe zone all’est si arriva a mille. I berlinesi vaccinati sono il 70 per cento, meno che a Roma. Nel Brandeburgo, il Land che circonda la capitale, che era in DDR, non si raggiunge il 60, e i pendolari arrivano in città con la metro. Al ristorante mi chiedono "ha il green pass?". "Ja", e nessuno controlla. Christian Lindner, leader liberale, vuole l’obbligo di vaccino per il personale nelle residenze per anziani. Non c’era ancora dopo la strage tra gli ospiti nell´inverno 2020?

Ho ricevuto la lettera del comune per la terza dose, potevo recarmi a un centro senza appuntamento quando volevo. Mi sono fidato. Ho atteso tre ore all’aperto, la fila era di 220 metri, e all’apparenza ero il più in forma nel novembre prussiano. Sono comunque un privilegiato, la terza dose l’ottengono ancora in pochi.

La Germania si trova nel caos. Frau Angela è ancora formalmente al comando, in attesa che verdi liberali e socialdemocratici si mettano d’accordo per la nuova coalizione. Il governo centrale è debole, e i premier locali vanno ognuno per sé (la Sanità dipende dalle regioni). A Berlino si apriranno i mercatini di Natale, nella cattolica Baviera no. Venerdì a Colonia, e nelle altre città lungo il Reno, da Bonn a Magonza, di tradizione cattolica, si è inaugurato il Karneval, migliaia hanno festeggiato per strada, senza mascherina. Henriette Reker, sindaca di Colonia, ha dichiarato: "Almeno a Carnevale ognuno decida per sé". Anche il virus si diverte. Grazie a Hitler, Stalin e

Lutero?