Mercoledì 24 Aprile 2024

Mai nessuna nave così a Sud "Noi nell’Antartide inesplorata" Rompighiaccio italiana da record

La Laura Bassi si è avventurata nel Mare di Ross, incredibilmente libero dai ghiacci. L’ingegnere a capo della spedizione: "Contenti per l’impresa, ma siamo qui per la ricerca"

di Viviana

Ponchia

"Cercasi equipaggio per viaggio pericoloso: paga misera, freddo intenso, lunghi mesi di oscurità totale e ritorno non garantito". Il sogno di Ernest Shackleton prese forma sui giornali londinesi nell’estate del 1914: attraversare a piedi l’Antartide, con una banda connivente pronta a tutto. Il 14 dicembre 1911 il norvegese Roald Amundsen aveva raggiunto per la prima volta il Polo Sud, battendo sul tempo gli avversari guidati da Robert Falcon Scott, che arrivarono un mese dopo. Storie leggendarie, materia da film in un mondo diventato piccolo che per sognare deve alzare gli occhi al cielo. E invece c’è posto per un altro record sul settimo continente, il più inospitale di tutti solo per chi non sa coglierne la bellezza a suo modo accogliente. E spetta a noi batterlo. La rompighiaccio italiana Laura Bassi ha toccato il punto più meridionale mai raggiunto laggiù, in quello che a seconda delle prospettive è inferno o paradiso. Mare di Ross, Baia delle Balene, 78° 44.280’ S: ecco le coordinate da segnare. Una nave non aveva mai osato tanto. L’ingegnere Riccardo Scipinotti è il capo di questa che è la 38esima spedizione italiana del programma nazionale di ricerche in Antartide.

Perché si tratta di un record e perché nessuno ce l’aveva fatta prima?

"Non l’abbiamo fatto apposta perchè lo scopo, da 38 anni, è la ricerca scientifica. Ci siamo concessi un’oretta più a sud grazie alle condizioni meteo e dei ghiacci. Il record è un inciso".

Il cambiamento climatico quindi non c’entra.

"Non tocca a noi dirlo, ma siamo qui anche per aiutare gli scienziati a scoprirlo".

In questo momento cosa vede, che tempo fa?

"È estate. Il sole non si trova più all’azimut, ma c’è ancora tanta luce, anche se il cielo è coperto. Siamo in trasferimento in acque aperte per 21 ore per cui è tutto mare. Due gradi sottozero, che con il windchill scendono a meno undici. Cinque nodi di vento, umidità al 70% che però crolla vicino alla costa, dove patiamo tutti di secchezza alla gola e pelle screpolata. Per non dire delle cariche elettrostatiche che si accumulano con il movimento".

Presto arriverà l’autunno, la notte.

"Le campagne in Antartide si fanno da metà ottobre a metà febbraio anche se una rompighiaccio può osare fino a marzo. Poi diventa difficile: le tempeste sono più forti, ricomincia il buio, le onde non consentono di operare in sicurezza. Quando il sole ricomincia a tramontare e il mare si riempie di iceberg è in agguato l’effetto Titanic".

Niente fusi orari, niente moneta ufficiale. E posti dove dormire neanche a parlarne a parte il costosissimo Whichaway Camp, una specie di eco lodge con igloo in vetroresina isolante da 15 mila euro a notte. E il clima. Però qualcuno ha detto che la terra con cui hai condiviso il freddo non puoi più fare a meno di amarla. È così?

"Questo è il mio mal d’Africa. Io dell’Antartide amo tutto, dagli animali a certe terre emerse che con pochi raggi di sole diventano rosa come le Dolomiti. E poi lo spirito che si crea dentro le stazioni. Siamo tutti isolati dagli affetti, le comunicazioni sono quelle che sono, quindi diventiamo una famiglia".

E poi il brivido del pericolo.

"Effettivamente. Uscire dalla nave è rischioso, perché se si cade in acqua si muore entro un minuto. Sulla terraferma le stazioni sono circondate da montagne di ghiaccio alte 3.200 metri. Quando va bene d’estate si scende a meno 35, d’inverno si toccano i meno 80. Bisogna per forza tenersi stretti al chiuso"

E cosa fate?

"Non per tirarmela ma lavoriamo tanto, la nave è operativa h24. Nel tempo libero guardiamo un film, giochiamo a tresette. A bordo è stata appena ristrutturata una piccola palestra con il minimo per restare in forma. E se il tempo lo consente andiamo a correre a poppa".

Non c’è bisogno di andare su Marte per stare scomodi e riempirsi di stupore, basta l’Antartide.

"Se uno ha gli occhi per cercare, la bellezza la trova ovunque. Sul lato scientifico la Terra è ancora un enigma, da scoprire c’è tantissimo. Conosciamo meglio Giove dei fondali marini, che per l’80% restano un mistero".