Lupi (o cani cecoslovacchi): aggressioni da Vasto a Palombaro. “Ora in campo anche i droni”

Il sindaco di Vasto: “Dobbiamo capire di che animale si tratta e garantire la sicurezza dei cittadini”. Lo zoologo: “Trovare le prove e agire. Non sia una battaglia ideologica”

Roma, 28 maggio 2023 - Lupi, ibridi o cani lupo cecoslovacchi? Chi sono i responsabili delle aggressioni denunciate in Abruzzo? L’ultima, a Palombaro (Chieti), ripropone una dinamica già vista in altre parti d’Italia, ad esempio in Toscana.

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L’animale - un lupo, per chi denuncia - s’avventa sul cane e quindi sul padrone che prova a difendere la bestiola. Anche se per numero di episodi alla fine dobbiamo fare i conti con un caso Vasto, e ci troviamo sempre nella provincia di Chieti.

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Gli episodi

Bisogna tornare all’estate dell’anno scorso per trovare una delle prime aggressioni finite sotto i riflettori della cronaca. Domenica 7 agosto 2022 una turista era finita al pronto soccorso dopo essere stata morsa sulla spiaggia di Vasto a Punta Aderci ‘forse’ da un lupo. Il forse è d’obbligo perché non si è riusciti ad accertare nulla. Arriviamo a quest’anno e a una serie di episodi che - curiosamente - spesso cadono di domenica. Come il 30 aprile, quando una coppia ha dichiarato di essere stata inseguita e aggredita da un animale selvatico identificato come un lupo. L’uomo si è salvato salendo su un albero, la donna scavalcando un cancello.

Una settimana dopo, domenica 7 maggio, un papà ha denunciato - anche via social - il ferimento della figlioletta di 4 anni “strappata”, così ha scritto, dai denti dell’animale. Arriviamo al 10 maggio quando una giovane ucraina si è presentata all’ospedale con un morso sulla gamba sinistra.

Lupi, il vademecum del Comune di Palombaro

L’aggressione di Palombaro

Domenica 21 maggio la scena si sposta a Palombaro. Una 56enne viene aggredita da quello che definisce senza esitazione un lupo mentre passeggia con il suo cagnolino. Il sindaco Consuelo Di Martino ha parlato alla stampa di “un lupo che si è avventato contro il cane”. "La donna è riuscita a strapparlo dalle grinfie dell’animale e stava correndo verso casa quando il lupo le è salato addosso, buttandola a terra e portando via il cagnolino”.

Il sindaco di Vasto e i droni per ‘cacciare’ i lupi

Il sindaco di Vasto in un paio di giorni ha messo in piedi una squadra di ‘pronto intervento’. Spiega Francesco Menna: “Ho chiesto alla polizia provinciale di usare i visori termici per rilevare la temperatura corporea di notte degli animali e cercare di individuare la specie. Il lupo è protetto. Noi sindaci siamo soggetti a sanzioni penali, non possiamo catturarlo, non possiamo fare niente. In questo ginepraio normativo, ho inviato una lettera a polizia municipale, provinciale e protezione civile. Ho scritto che mi assumo io la responsabilità penale diretta della cattura di questo cane o lupo che sia. Oggi la polizia provinciale gira con i visori termici e fa sopralluoghi, ho messo in campo la protezione civile con un’unità cinofila. E ancora, i vigili con droni, fototrappole e videocamere nascoste. Ho fatto un’ordinanza per l’Asl per convincerla a sistemare gabbie. C’è un problema di sicurezza dei cittadini. Che deve prevalere sul resto”.

Lupi e denunce, cosa dobbiamo fare?

Paolo Ciucci, zoologo, professore alla Sapienza specializzato sugli ibridi: che cosa dobbiamo fare? “Acquisire le prove - non ha dubbi il ricercatore -. Non possiamo perdere l’occasione di capire quello che sta accadendo. Oggi abbiamo solo ipotesi. Vengono denunciate aggressioni ma i responsabili potrebbero essere lupi, ibridi, cani lupi cecoslovacchi...”.

Come si catturano i lupi?

“Per catturare i lupi - chiarisce l’esperto - bisogna usare le trappole, di solito interrate, e mettere in campo persone esperte capaci di rilevare escrementi, peli, tracce molto precise”. La conclusione: “Se c’è in giro un animale pericoloso, che sia lupo o cane, è giusto catturarlo. Non è normale l’assenza di reazione gestionale. Poi bisogna cercare di capire come mai si verificano questi episodi. Perché ci sono sempre cause che vengono sottaciute”.

Cosa fare dopo la cattura?

Ma dopo la cattura di un animale pericoloso cosa succede? “Questa, come ripeto sempre, non è una scelta tecnica o scientifica ma deve intervenire la politica e mediare tra diverse posizioni - ribadisce lo zoologo -. Da cittadino e non da scienziato osservo che se fai stare in cattività per tutta la vita un animale selvatico certo non gli fai un grande favore. L’alternativa? L’eutanasia, intervento doloroso da riservare naturalmente quando è strettamente necessario”.

Lupi, cosa sta cambiando nelle abitudini?

“Quando c’è un problema gestionale - rammenta Ciucci - le amministrazioni devono capire che bisogna fare riferimento alla scienza, non agli esperti dei social. In Nuova Scozia i coyote nel 2009 sono arrivati a uccidere una ragazza. La cosa era talmente sbalorditiva che la Contea ha fatto un accordo con l’università e ha finanziato un progetto di ricerca per capire che cosa stava accadendo. Hanno scoperto che i coyote in quella zona, siccome non avevano le prede solite che sono i piccoli mammiferi, si erano coalizzati in branchi più numerosi e predavano gli alci, che sono animali da 300-400 kg. Questo ci insegna la natura: i predatori in ristrettezza alimentare possono trovare nuove dimensioni”.

“Non sia una battaglia ideologica”

Quindi lo zoologo lancia un appello: “Bisogna comprendere quello che sta succedendo, non andare avanti con battaglie ideologiche e posizioni divisive e polarizzate. È un problema culturale, che va affrontato per tempo con le persone giuste nel modo giusto. Bisogna fare prevenzione, altrimenti si subisce passivamente questa evoluzione della natura. Funziona come nel caso di un omicidio. Devi indagare e trovare le prove, prima di mettere qualcuno in galera. Bisogna stare attenti, gli animali creano dissenso sociale, che va gestito. Altrimenti la politica si immobilizza”.