Mercoledì 24 Aprile 2024

L’Ucraina? I partiti pensano alle elezioni

Bruno

Vespa

Se le crisi di governo e le elezioni anticipate sono dunque malanni da evitare al povero paziente, bisogna pur capire una volta per tutte da dove nascono certe pericolose inquietudini.

Giuseppe Conte non ha mai digerito la sua sostituzione con Mario Draghi. Si può capirlo. S’era mosso mezzo mondo, compresi alcuni uomini del Quirinale e dei servizi segreti per garantirgli il terzo governo. Perciò la rimozione da palazzo Chigi è stata traumatica. Ma al di là delle rivalse personali, Conte ha un altro problema. Il Movimento è diviso in due parti. E se tre spicchi della mela sono sul piatto del segretario, almeno uno è su quello di Di Maio. Senza quest’ultimo, il M5s vale il 10 per cento. Troppo poco per contare molto, in un partito che quattro anni fa valeva il 32 per cento, anche se la sua forza parlamentare è ancora poderosa. Una scissione sarebbe letale, ma una mela divisa così è avvelenata. L’improvvisa radicalizzazione di Conte ha fatto immaginare a qualcuno che egli punti alle elezioni anticipate in ottobre per fare le liste in danno degli amici di Di Maio ed evitare ulteriori emorragie. Di qui la preoccupazione del Pd sul futuro di un’alleanza molto problematica.

Si parla anche di un apparente riavvicinamento tra i due feroci avversari di un tempo, Conte e Salvini, avendo anche quest’ultimo ipotizzato elezioni anticipate per non dare altro spazio alla Meloni. Noi non crediamo a disegni così spericolati. Il problema più serio del centrodestra è di non regalare al centrosinistra la maggioranza amplissima di cui gode nei sondaggi. Ma se a cominciare dalle prossime elezioni amministrative vedremo la frammentazione tra liste di Meloni, Salvini e Berlusconi, con il rischio di cedere molti comuni importanti oggi amministrati dal centrodestra, Enrico Letta potrà cominciare a tirar fuori dalla cantina bottiglie del suo amatissimo Lupicaia, straordinario vino delle Colline Pisane, per la possibile vittoria del 2023.