Giovedì 25 Aprile 2024

L’ordine di Putin "Cessate il fuoco per il Natale ortodosso" Zelensky: prima ritiratevi

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di Riccardo Jannello

Trentasei ore di cessate il fuoco in Ucraina. Le ha ordinate unilateralmente il presidente russo, Vladimir Putin, in occasione del Natale ortodosso: da oggi alle 12 alla mezzanotte di domani. La spinta viene dal Patriarca di Mosca, Kirill, il suo alleato interno più forte, quello che parlò di guerra santa. "I fedeli – ha detto – devono poter assistere in pace alle funzioni della vigilia e del giorno della festa, sia in Russia sia in Ucraina". Volodymyr Zelenski, da parte sua, ha dichiarato di accettare la proposta del nemico a patto che le truppe della Federazione russa si ritirino dalle zone occupate.

"L’annuncio di Mosca – ha twittato un consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podoliak – è solo ipocrisia, noi ci appelliamo alle truppe russe perché si ritirino. Solo allora sarà possibile una tregua temporanea". L’Ucraina, insiste il braccio destro di Zelenski, "non attacca territori stranieri e non uccide civili, distrugge solo appartenenti alle forze di occupazione sul proprio territorio". Pur ricordando che una tregua duratura ci sarà solo quando l’Ucraina riconoscerà i territori annessi dalla Russia con l’occupazione e il referendum-farsa, in serata il ministro della Difesa di Mosca, generale Sergei Shoigo, ha dichiarato che nonostante la posizione non dialogante di Kiev il cessate il fuoco ci sarà ugualmente "in conformità con le istruzioni del presidente della Federazione russa".

Le reazioni internazionali vedono molto scetticismo. La Ue in serata ha parlato di annuncio "falso e iprocrita". "Vuole solo prendere un po’ di ossigeno", ha dichiarato il presidente americano Joe Biden; la ministra degli esteri tedesca, Annalena Baerbock, è ancor più drastica: "Se Putin volesse la pace riporterebbe a casa i suoi soldati. Ma a quanto pare vuole continuare la guerra dopo una breve interruzione. Per questo continueremo a sostenere gli ucraini affinché possano tornare a vivere in pace e autodeterminarsi".

E infatti in una telefonata con Biden il cancelliere Scholz ha confermato l’invio di nuovi panzer mentre da parte Usa sono confermati i missili Patriot. Più ottimista il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che accoglie positivamente l’annuncio del cessate il fuoco pur "consapevole che non rimpiazzerà una pace giusta in linea con la Carta dell’Onu e la legge internazionale". Anche ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato prima con Putin poi con Zelenski perorando una tregua duratura e impegnandosi a portare su un "piano più morbido" le relazioni fra i due Paesi. I due capi di Stato antagonisti gli hanno confermato le loro posizioni.

Il ruolo della Turchia è comunque assai importante come lo è stato per la vicenda del grano, lo stesso la Cina: Xi Jinping ha confermato solidarietà a Putin ma ha chiesto che la guerra finisca per riportare il mondo in pace e l’economia in crescita. Obiettivo puntato sul Vaticano: alle esequie di Benedetto XVI c’era il metropolita di Volokolamsk, Antonji, da qualche mese responsabile del dipartimento affari esteri della Chiesa ortodossa russa e vice di Kirill con vedute più aperturiste. Che la Santa Sede possa essere un luogo di incontro fra le parti per discutere di pace lo auspicano in molti.

Il rischio che anche per il Natale ortodosso le armi non taceranno esiste comunque, visto che anche ieri ci sono state vittime civili nei bombardamenti russi sulla regione di Kherson – una coppia e il figlio di 12 anni e poi un giovane di 20 – e su quella di Zaporizhzhia, dove il bilancio è di almeno due morti e tre feriti.