Giovedì 25 Aprile 2024

Lite in strada poi la sparatoria. Il killer si rifugia in chiesa: arrestato

Due proiettili a vuoto, fatale il terzo. La confessione al sacrestano: "L’ho ucciso, chiamate la polizia". L’omicida, 43 anni, è un portuale ed esponente No vax. La vittima era un militante di CasaPound

Lite in strada poi la sparatoria  Il killer si rifugia in chiesa: arrestato

Lite in strada poi la sparatoria Il killer si rifugia in chiesa: arrestato

Genova, 26 aprile 2023 – Una serie di colpi di pistola e un omicidio hanno funestato nel giorno di festa uno dei quartieri nobili del capoluogo ligure, il Carmine, a due passi da via Garibaldi e dai Palazzi dei Rolli cari a Rubens, dall’università e dalla stazione Principe, e a sette minuti a piedi dall’Acquario. Sarebbe stato un regolamento di conti per un debito di droga, visto che un testimone ha sentito parlare i due di euro. Manuel Di Palo, 38 anni, è stato ucciso in via Polleri da Filippo Giribaldi, 43, che poi scappando si è rifugiato nella cattedrale della Santissima Annunziata del Vastato.

Sedutosi sui gradini di una cappella laterale si è reso conto di ciò che aveva fatto e si è rivolto al sacrestano, Jean Pascal Colì della Comunità di Sant’Egidio: "Chiama subito la polizia, ho ucciso un uomo". In modo concitato lo ha ripetuto due volte. L’uomo di chiesa ha obbedito e dopo pochi minuti sono arrivate le forze dell’ordine che hanno preso in consegna lo sparatore. La sua fuga, neppure troppo convinta, è così finita in un amen.

A una televisione locale, Colì ha raccontato che "un signore è arrivato di corsa, faticava a respirare. Ha detto di avere sparato a qualcuno e di chiamare la polizia. Gli ho chiesto cosa era successo, ma era troppo affannato per rispondere. Aveva dei guanti di lavoro ma non mi ha detto se stava lavorando. Ho chiamato un altro di noi ed è stato lui a telefonare alla polizia". Poco distante è stato ritrovato il cadavere della vittima. Da una prima ricostruzione degli inquirenti, i due verso le 18,10 avrebbero litigato poco distante dal luogo della tragedia, in Salita San Bartolomeo; una discussione finita tragicamente quando Giribaldi ha estratto la pistola.

Alla vista dell’arma impugnata, Di Palo, con addosso una maglietta verde, ha cominciato a correre cercando di mettersi in salvo; sembra che abbia gridato ’non farlo’ verso il suo inseguitore. L’altro, vestito con un tuta rossa e appunto con i guanti da lavoro, l’ha rincorso e senza pietà ha sparato prima due colpi che sono andati a vuoto conficcandosi sul muro di un edificio, ma poi è riuscito con la sua Beretta a colpire l’altro che è stramazzato al suolo. Quindi, dopo essersi liberato dell’arma in piazza Bandiera, si è diretto per la sua fuga senza scampo in direzione della chiesa di piazza della Nunziata.

Quando i soccorsi del 118 sono giunti in via Polleri i sanitari hanno cercato di rianimare il giovane che però aveva perso troppo sangue: è morto in strada. Il suo corpo è rimasto coperto da un telo bianco e il medico legale ne ha constatato la morte. La zona è stata a lungo interdetta al traffico e la polizia locale ha tenuto distanti i curiosi. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Eugenia Menichetti.

Sia Giribaldi sia Di Palo sono personaggi conosciuti a Genova; il primo è un lavoratore portuale esponente di movimenti no vax e no green pass; la vittima, di CasaPound, aveva una condanna a otto mesi per accoltellamento. L’episodio riporta alla mente un altro fatto di sangue accaduto a Genova nei carruggi del centro storico nella notte fra l’1 e il 2 novembre scorsi quando un maestro d’ascia di 63 anni, Evaristo Scalco, uccise con una freccia scagliata dalla sua balestra il giovane peruviano Javier Romero Miranda perché accusato di fare troppo baccano nei festeggiamenti per la nascita del figlio.