Giovedì 25 Aprile 2024

L’insegnante-rapper "Un provvedimento esagerato Col telefonino si fa anche lezione"

Murubutu, docente in un liceo di Reggio Emilia: l’importante è che i ragazzi stiano attenti e concentrati

L’insegnante-rapper  "Un provvedimento esagerato  Col telefonino si fa anche lezione"

L’insegnante-rapper "Un provvedimento esagerato Col telefonino si fa anche lezione"

di Riccardo Jannello

"Vietare a un insegnante di portare il cellulare in classe è sbagliato per almeno tre motivi". Alessio Mariani (foto), reggiano, 47 anni, non è solo docente di storia e filosofia in un liceo della città, ma è anche un artista molto noto nella "posse" dove da trent’anni è Murubutu, leader di band e solista, autore di numerosi album, l’ultimo dal titolo "Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali".

Mariani, quali sono i tre motivi?

"Il primo che l’insegnante è un adulto e il suo processo di socializzazione l’ha già completato e non ha bisogno di farlo in classe; il secondo è che spesso è genitore e quindi deve avere una possibilità di contatto diretto, mentre gli studenti possono essere chiamati attraverso la segreteria; terzo perché può avere un altro lavoro e deve tenersi informato. E poi, aggiungo, il cellulare gli potrebbe servire a fini didattici".

Per gli studenti il divieto è giusto?

"Necessario per fare seguire le lezioni, cosa non sempre facile".

E quando il modo di vestire non è appropriato?

"Diciamo subito che questo è un guaio che tocca ragazze e ragazzi. Io non ho mai giudicato una studentessa o uno studente da quanta pelle usciva dagli abiti, ma se in classe era concentrato, attento, si informava e partecipava alla discussione. Se non era con la testa altrove. E poi a volte quando fa caldo se l’aria condizionata non funziona è difficile stare coperti".

Quindi il decoro che cos’è?

"Mantenere rispetto ed educazione, sapere contestualizzare le situazioni".

Non si può negare però come la scuola viva un periodo di rapporti problematici.

"Si è rotta ormai da tempo quella necessaria alleanza con la famiglia che la sosteneva. Purtroppo troppi pensano che l’istruzione sia da eludere, un mondo vecchio da combattere. L’insegnante è visto come un vigile che fa la multa senza esercitare paura. Eppure è anch’esso un pubblico ufficiale, ma se tratta il figlio come egli merita può essere oltraggiato, deriso, finanche picchiato. L’insegnante è considerato un uomo di potere non più il responsabile dell’educazione del ragazzo".

E chi dovrebbe sostituirlo?

"Nessuno, essendosi rotta quella alleanza scuola-famiglia di cui parlavo prima. E la realtà diventa solo quella raccontata da piattaforme social molto carenti".

Eppure il registro elettronico dovrebbe rappresentare quel collante necessario per ridefinire i ruoli. Accade così?

"Si tratta di uno strumento importante, soprattutto perché mette studenti e famiglie di fronte alle assenze. Ma poi non impedisce che queste continuino perché in casa non si affrontano i motivi che le hanno determinate".

Come genitore che cosa dice ai suoi due figli?

"Che la scuola è indispensabile per la formazione e deve essere affrontata anche quando si fa fatica".

E come artista, dal palco che messaggio lancia?

"Che rimane l’unica roccaforte contro l’appiattimento del sapere".