Mercoledì 24 Aprile 2024

L’impatto del clima sulle imprese Le banche raccolgono la sfida

Sempre più frequenti inondazioni e ondate di calore: serve la responsabilità di tutti per prevenire i rischi

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di Antonio

Patuelli*

Le gravi alluvioni dei giorni scorsi in Germania e Belgio evidenziano crescentemente l’importanza non solo ambientale, ma anche economica e sociale dei rischi climatici che sono sempre maggiori, come ha evidenziato anche la devastante acqua alta a Venezia del 12 novembre 2019, la seconda più alta nella storia.

I cambiamenti e gli eventi climatici sono sempre stati influenti, ma di recente sono diventati più frequentemente gravi, soprattutto nelle zone più a rischio, e implicano sempre maggiori investimenti per la difesa del suolo e dell’ambiente. Infatti, le alluvioni si susseguono, quando non deve essere dimenticata la subsidenza (abbassamento del suolo), mentre l’eutrofizzazione delle acque marine è stata sconfitta negli scorsi decenni, ma e’ sempre un pericolo in agguato.

La tutela dell’ambiente ha sempre più valenze etiche ed economiche, come dimostrano anche i recentissimi documenti della Commissione Europea, che finanzia la crescita sostenibile, della Banca Centrale Europea e della Banca per i Regolamenti Internazionali, ambedue Istituti costituiti da Banche Centrali. L’EBA, Autorità Bancaria Europea, competente per emanare norme bancarie comuni ai 27 Stati della Unione Europea, è stata incaricata di valutare come integrare i rischi ambientali e ad essi connessi nella Vigilanza prudenziale sulle banche.

In tal modo crescono le responsabilità per i rischi climatici non solo per le Istituzioni, ma anche per le banche commerciali che, dovendo valutare sempre responsabilmente tutti i rischi, debbono ora valutare maggiormente anche quelli climatici a breve, medio e lungo termine, sensibilizzando conseguentemente e maggiormente gli operatori economici di ogni settore.

I rischi climatici e ambientali e gli eventi meteorologici estremi e cronici implicano impatti finanziari nei cambiamenti climatici e nel degrado ambientale, compresi l’inquinamento in tutte le sue forme e la deforestazione. Il “rischio fisico” viene classificato come acuto se causato da eventi estremi, come siccità, alluvioni e tempeste, e come cronico se provocato da mutamenti progressivi per aumento delle temperature, innalzamento del livello dei mari, cambio di destinazione di terreni, ecc. Tutti i cambiamenti climatici e ambientali hanno costi economici e sociali che dovranno essere meglio valutati, anche negli impatti di prospettiva, nelle crescenti regole internazionali e nazionali per prevenirli ed affrontarli.

I cambiamenti climatici producono impatti ambientali ed economici di vasta portata: l’Agenzia europea dell’ambiente ha rilevato che gli effetti più onerosi sono costituiti dall’aumento delle ondate di calore nell’Europa meridionale, da inondazioni e ondate di calore nell’Europa occidentale, da inondazioni costiere e esondazioni fluviali nell’Europa settentrionale ed orientale. Le attività che possono maggiormente subirne le conseguenze sono quelle legate ad agricoltura, infrastrutture, turismo, energia, pesca e ovviamente la salute pubblica.

Conseguentemente in Italia, vista la sua cosi eterogenea conformazione, occorre prevenire e valutare tutti questi rischi che possono comportare conseguenze anche sulla crescita economica, sull’occupazione e sugli stessi prezzi degli immobili. Insomma, i cambiamenti sono plurali e continui soprattutto in una società sempre più complessa e non sono tutti risolvibili dagli algoritmi, ma implicano anche sempre maggiori diffuse responsabilità.

*Presidente Associazione Bancaria Italiana