Il racconto delle sue lacrime davanti alla strage del Mottarone ha commosso l’Italia. Marcella Severino è sindaco di Stresa dal settembre dello scorso anno, eletta alla guida della lista civica ’Progetto Comune’.
Sindaco Severino, cosa è successo in questa domenica maledetta?
"Ho voluto arrivare subito. Era doveroso che fossi lì a rappresentare la nostra comunità. Ero in Comune quando mi ha chiamato il comandante dei vigili urbani. Il tempo di infilarmi le scarpe da tennis e sono andata su. Mi hanno detto: ‘Sindaco, non guardi giù’. ‘No, guardo perché non sono il sindaco che taglia i nastri e basta’. Era uno scenario devastante".
Riesce a descriverlo?
"C’erano quelle nove persone sbalzate fuori, altre cinque erano rimaste imprigionate nella cabina. I vigili del fuoco l’avevano messa in sicurezza legandola a degli alberi. Ho visto due scarpette, una bianca e una blu. Così ho capito che c’erano anche dei bambini. Ho visto portare via il più grande, quello che poi è mancato. C’era un uomo ancora vivo. È riuscito a dire il suo nome prima di spirare".
Quando si è commossa?
"Ho ceduto a fine giornata. All’inizio, magari, si cerca di sapere, di capire. Verso sera ho visto che i vigili del fuoco, dopo avere preso i documenti di ciascuno, avevano realizzato una specie di teleferica con dei trasportini per calare a valle i sacchi con i corpi. Ho visto il sacco con dentro quel fagottino di due anni. Allora ho pianto". Cede ancora al pianto. È solo un momento. Un sorriso dolce quasi a scusarsi e riprende il suo racconto. "Prima di allontanarmi ho voluto ringraziare tutti per quello che avevano fatto. Era giusto".
Lei è anche mamma.
"Mio figlio Andrea ha ventiquattro anni. È volontario nella Protezione civile. Era la la sua prima uscita. Quando è rincasato, mi ha detto: ‘Mamma, la cosa che più mi ha impressionato è stato sentire la teste delle persone dentro i sacchi’".
Lei è il sindaco di una città che si preparava a ripartire e che si ritrova ferita.
"Stavamo partendo già bene. Domenica, avevo controllato parcheggi e parcometri per sincerarmi della situazione. Spero, anzi non spero perché ne sono certa, che supereremo questo momento. La gente di Stresa è attaccata alla comunità come a chi viene a portare lavoro. Credo che questa tragedia non penalizzerà il nostro turismo e la città. Ricorderemo negli anni questo 23 maggio. Non ci fermeremo - Oggi (ieri per chi legge, ndr) è lutto cittadino. Tutti i nostri operatori si sono fermati per quattordici minuti, uno per ognuna delle vittime. Gli albergatori hanno messo a disposizione le camere per i familiari delle vittime. L’Asl ha istituito un servizio psicologico di supporto. I tassisti si sono messi a disposizione per trasportarli. Domenica sera eravamo in Comune e ci hanno portato le pizze. Mercoledì (domani, ndr) ci sarà una messa di suffragio. Stresa è molto bella, ma c’è anche della bella gente".
E l’inchiesta?
"Siamo disposizione. A un giornalista che mi chiedeva della cabina ho risposto che faccio il sindaco e non guido funivie. Valuterà la magistratura".
Cosa vorrebbe dire alla persone che hanno perduto i loro cari?
"L’obiettivo è non dimenticare queste famiglie. Vorrei che un giorno pensassero a Stresa certamente per il dolore che hanno provato, ma anche per quanto Stresa è stata loro vicina".