Giovedì 25 Aprile 2024

Mottarone, le lacrime della sindaca-mamma. "A terra le scarpette e poi i corpi"

Marcella Severino, prima cittadina di Stresa: anche mio figlio è corso subito lì per portare i primi soccorsi

La sindaca di Stresa  Marcella Severino sul luogo della tragedia

La sindaca di Stresa Marcella Severino sul luogo della tragedia

Il racconto delle sue lacrime davanti alla strage del Mottarone ha commosso l’Italia. Marcella Severino è sindaco di Stresa dal settembre dello scorso anno, eletta alla guida della lista civica ’Progetto Comune’.

Sindaco Severino, cosa è successo in questa domenica maledetta?

"Ho voluto arrivare subito. Era doveroso che fossi lì a rappresentare la nostra comunità. Ero in Comune quando mi ha chiamato il comandante dei vigili urbani. Il tempo di infilarmi le scarpe da tennis e sono andata su. Mi hanno detto: ‘Sindaco, non guardi giù’. ‘No, guardo perché non sono il sindaco che taglia i nastri e basta’. Era uno scenario devastante".

Riesce a descriverlo?

"C’erano quelle nove persone sbalzate fuori, altre cinque erano rimaste imprigionate nella cabina. I vigili del fuoco l’avevano messa in sicurezza legandola a degli alberi. Ho visto due scarpette, una bianca e una blu. Così ho capito che c’erano anche dei bambini. Ho visto portare via il più grande, quello che poi è mancato. C’era un uomo ancora vivo. È riuscito a dire il suo nome prima di spirare".

Quando si è commossa?

"Ho ceduto a fine giornata. All’inizio, magari, si cerca di sapere, di capire. Verso sera ho visto che i vigili del fuoco, dopo avere preso i documenti di ciascuno, avevano realizzato una specie di teleferica con dei trasportini per calare a valle i sacchi con i corpi. Ho visto il sacco con dentro quel fagottino di due anni. Allora ho pianto". Cede ancora al pianto. È solo un momento. Un sorriso dolce quasi a scusarsi e riprende il suo racconto. "Prima di allontanarmi ho voluto ringraziare tutti per quello che avevano fatto. Era giusto".

Lei è anche mamma.

"Mio figlio Andrea ha ventiquattro anni. È volontario nella Protezione civile. Era la la sua prima uscita. Quando è rincasato, mi ha detto: ‘Mamma, la cosa che più mi ha impressionato è stato sentire la teste delle persone dentro i sacchi’".

Lei è il sindaco di una città che si preparava a ripartire e che si ritrova ferita.

"Stavamo partendo già bene. Domenica, avevo controllato parcheggi e parcometri per sincerarmi della situazione. Spero, anzi non spero perché ne sono certa, che supereremo questo momento. La gente di Stresa è attaccata alla comunità come a chi viene a portare lavoro. Credo che questa tragedia non penalizzerà il nostro turismo e la città. Ricorderemo negli anni questo 23 maggio. Non ci fermeremo - Oggi (ieri per chi legge, ndr) è lutto cittadino. Tutti i nostri operatori si sono fermati per quattordici minuti, uno per ognuna delle vittime. Gli albergatori hanno messo a disposizione le camere per i familiari delle vittime. L’Asl ha istituito un servizio psicologico di supporto. I tassisti si sono messi a disposizione per trasportarli. Domenica sera eravamo in Comune e ci hanno portato le pizze. Mercoledì (domani, ndr) ci sarà una messa di suffragio. Stresa è molto bella, ma c’è anche della bella gente".

E l’inchiesta?

"Siamo disposizione. A un giornalista che mi chiedeva della cabina ho risposto che faccio il sindaco e non guido funivie. Valuterà la magistratura".

Cosa vorrebbe dire alla persone che hanno perduto i loro cari?

"L’obiettivo è non dimenticare queste famiglie. Vorrei che un giorno pensassero a Stresa certamente per il dolore che hanno provato, ma anche per quanto Stresa è stata loro vicina".