Venerdì 26 Aprile 2024

La scuola educhi all’esperienza estetica

Davide

Rondoni

Uno dei primi dibattiti nato con le nuove attribuzioni di ministeri e sottosegretari, riguarda i musei. A Sgarbi sottosegretario che dice "apriamoli gratis", riponde il ministro Sangiuliano: "No, va bene così". Il problema, esacerbato dalla idiota chiusura degli Uffizi durante il ponte, esiste, ma si sta affrontando per così dire dalla coda. Il museo modernamente inteso è una delle applicazioni di una certa idea di cultura. Essa è possedere una enciclopedia, idea illuminista francese. Ma ne siamo sicuri?

I musei con le loro collezioni sono parti di enciclopedia, come i programmi scolastici, così come era il giornale, enciclopedia sintetica quotidiana di notizie per capirlo.

Si riteneva (e si ritiene) che possedere l’enciclopedia formi di per sé il sapere e il senso critico di un cittadino. Il modello è fallito e fallimentare. Lo mostra sia la crisi in tal senso dei media e il grado di surrealtà che si incontra nella scuola, sia il fatto che i musei sembrano costretti a travestirsi da non-musei per attrarre. Educare al senso critico, che rende curiosi dell’arte, è compito innazitutto della scuola, dove le arti sono semi-bandite o camuffate in quel paradigma enciclopedico da storia o da anatomia. Avete visto in questi decenni i libri di testo di arte e letteratura? Mostri. Senza educare a scuola alla “esperienza estetica“ come conoscenza rischiosa e avventurosa, senza rompere un paradigma enciclopedico a favore della cultura come talenti e esperienza, sarà un miraggio avere più gente dove l’arte si conserva e espone (con troppi vincoli statalisti e burocratici). Si deve destatalizzare e collaborare tra ministeri della cultura e della scuola per nuovi paradigmi educativi. Se no, gratis puoi dare anche la cosa più bella del mondo, ma non ce ne è il desiderio.