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Leopoli (Ucraina), 3 marzo 2022 - La sveglia a Leopoli ha il suono acuto e modulato della sirena antiaereo. Quella delle 10 è la prima delle tre che ormai scandiscono la giornata. La gente che scende nei rifugi sembra più infastidita che preoccupata, è già iniziato il processo di normalizzazione dell’emergenza. L’area giochi per i bambini resta deserta anche al termine dell’allarme, neppure i piccoli hanno voglia di salire sull’altalena ghiacciata con questa atmosfera. Lì davanti c’è l’università, la seconda più grande dell’Ucraina. La tettoia del dormitorio ha un merletto di stalattiti di ghiaccio che si sciolgono. "In genere annunciano l’arrivo della primavera. Certo, non la primavera italiana", racconta Irina, una ventenne che studia Relazioni internazionali e che per il suo Erasmus ha scelto Foggia. Sognava di fare l’ambasciatrice, per ora gestisce assieme ad altri compagni un centro di smistamento di beni di prima necessità per chi non ha più nulla. "Proprio oggi ho ricevuto l’approvazione della documentazione per la specialistica a Bergamo. Ma non potrò andare. La guerra cambia sempre i piani". Negoziati Russia Ucriana: il secondo round "Terza guerra mondiale sarà nucleare" Ci accoglie in uno stanzone che fino a una settimana fa era il refettorio degli studenti e che adesso è un deposito di scatoloni. "L’unica nota positiva è che non ci sono più liti tra gli studenti, questa situazione ci ha unito. Siamo un piccolo plotone". Usa una parola militare non a caso, la sceglie con cura dopo aver fatto una pausa per ricordarla in italiano. Non ha propriamente il fisico del guerriero e neppure i suoi colleghi, eppure la stanza è piena di coraggio. "Il nostro modo di combattere ora è aiutare chi è al fronte – racconta Sasha, che ha gli occhiali spessi e le guance pallide –. Non posso sparare per un problema fisico ...
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