Negoziati Russia Ucraina a Brest: "No risultati attesi. Accordi sui corridoi umanitari"

Zelensky: "Devo parlare con Putin, guerra va fermata". Il leader del Cremlino: "Russia e Ucraina unico popolo, non torno indietro". Il capo dell'Eliseo: "Il peggio deve ancora arrivare"

Roma, 3 marzo 2022 - È iniziato con una stretta di mano il secondo round di negoziati tra Ucraina e Russia ma, come da premesse, "non si sono raggiunti i risultati attesi" ed è già previsto un terzo incontro per l'inizio della prossima settimana. Le delegazioni si sono incontrate a Brest, tra Bielorussia e Polonia, per discutere di un eventuale cessate il fuoco a questa drammatica guerra, in corso da otto lunghi giorni. L'unica intesa raggiunta finora, ha reso noto una fonte dell'ufficio del presidente ucraino, è sulla gestione congiunta di corridoi umanitari per l'evacuazione dei cittadini e la consegna di cibo e medicine. Una conclusione che ci si aspettava dopo le dichiarazioni, a colloqui ancora in corso, di Vladimir Putin alla tv russa: "Russi e ucraini - ha dichiarato il capo del Cremlino - sono un unico popolo. Non ritornerò mai indietro rispetto alla mia dichiarazione". 

Le due delegazioni russa e ucraina
Le due delegazioni russa e ucraina

Ma anche gli sviluppi sul terreno avevano lasciato poco spazio all'ottimismo, con le forze russe che, ancora nella giornata di oggi, hanno intensificato l'offensiva su diverse città ucraine, mentre la popolazione ha continuato a resistere. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel corso di una conferenza stampa a Kiev, ha dichiarato che "non è che voglio parlare con Putin. Io devo parlare con Putin" perché "questa guerra deve essere fermata". Ma il presidente russo, in una conversazione telefonica con l'omologo francese Emmanuel Macron, ha ribadito che la Russia continuerà la sua lotta contro i nazionalisti dell'Ucraina "senza compromessi". I prossimi colloqui si terranno, secondo informazioni preliminari, in Bielorussia, già all'inizio della prossima settimana. 

La giornata:

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Chi si è seduto al tavolo

Il team di negoziatori di Ucraina e Russia, impegnati nel secondo round di colloqui nella foresta bielorussa, è stato di fatto lo stesso rispetto a quello che aveva partecipato ai colloqui a Gomel. A guidare la delegazione di Kiev il ministro della Difesa Oleksii Reznikov, consigliere del presidente Zelensky, mentre il responsabile dei russi è rimasto Vladimir Medinsky, consigliere di Putin. Sul lato ucraino, l'avvocato David Arakhamia, leader del partito di Zelensky, Mikhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino e il vice ministro degli Esteri, Mykola Tochytskyi, già ambasciatore ucraino presso la Ue e poi in Gran Bretagna. E' mancato, rispetto a Gomel, il deputato Rustem Umerov. Nella delegazione russa al centro il capo della delegazione Medinsky, alla sua destra Leonid Slutsky, presidente della commissione esteri della Duma, e Boris Gryzlov, ambasciatore russo in Bielorussia; alla sinistra Alexander Fomin, viceministro della Difesa, e Andrei Rudenko, viceministro degli Esteri. 

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Le posizioni delle due delegazioni

Mentre per Mosca sono stati fatti "progressi significativi" durante il secondo round di colloqui, secondo quanto dichiarato dal capo della delegazione russa, Vladimir Medinsky, da parte di Kiev il consigliere del presidente ucraino Zelensky, Mikhail Podolyak, ha spiegato che "non siamo riusciti a raggiungere i risultati sperati. L'unica cosa che posso dire è che abbiamo discusso in dettaglio l'aspetto umanitario". Si è raggiunta un'intesa, ha proseguito a "protezione congiunta di corridoi umanitari, per evacuare i civili pacifici e anche sulle fornitura di farmaci e cibo nei luoghi dei combattimenti più duri". E, ha aggiunto, c'è la possibilità, "sottolineo, la possibilità, di un cessate-il-fuoco temporaneo per il periodo di evacuazione in determinati settori". Quindi, ha concluso Podolyak, "abbiamo deciso di continuare a lavorare in un terzo round di colloqui il prima possibile".

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Zelensky

"Temo per la vita dei miei famigliari", ha confessato in giornata il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel corso di una conferenza stampa a Kiev. "Siamo grati ai Paesi che ci hanno fornito armi", ha aggiunto, ma "forse il mondo ha agito troppo tardi". Ora, "l'unico modo" per fermare la guerra tra Kiev e Mosca, ha dichiarato, è un incontro faccia a faccia con il capo del Cremlino. "Mi piacerebbe vedere Putin da vicino, non a trenta metri di distanza", ha poi sottolineato con una battuta evidentemente ironica, che fa riferimento alle ultime immagini dei diversi colloqui del presidente russo seduto a un capo di un tavolo lunghissimo, con il suo interlocutore al capo opposto. 

Putin

Ma da parte del presidente russo nessun dietrofront. "Non ritornerò mai indietro rispetto alla mia dichiarazione che Russia e Ucraina sono un unico popolo", ha rimarcato Vladimir Putin, insistendo sulle sue posizioni. "I nostri soldati e i cittadini del Donbass - ha dichiaratato alla tv russa - sono con noi e stanno dimostrando grande coraggio, le nostre preoccupazioni sono state superate, perché le nostre forze sono riuscite a sfondare le linee dei nazionalisti, che hanno cercato di tenere questo territorio per 8 anni, abbiamo distrutto i 5 carri armati, con grande facilità, e non ci sono state perdite". L'operazione speciale in Ucraina "procede secondo i piani, nel rigoroso rispetto dei tempi", ha proseguito, aggiungendo che "tutti i compiti prefissati sono stati raggiunti con successo". 

In questa situazione, "ci stiamo preoccupando di fare tutto il possibile per evitare vittime civili", ha assicurato, sottolineando che "i nostri militari forniscono corridoi sicuri per i civili" e accusando "i neonazisti ucraini" di impedirli e di trattare "i civili come scudi umani". "Siamo orgogliosi del nostro esercito e ci ricorderemo dei nostro camerati caduti", ha concluso, aggiungendo che "nessuno può rappresentate una minaccia per la Russia, neanche l'arma nucleare può spaventare il nostro esercito".

Colloquio Putin-Macron

La posizione del presidente russo era già risultata chiara nella telefonata con l'omologo francese Emmanuel Macron. La Russia, ha sottolineato Putin, continuerà la sua lotta contro i nazionalisti dell'Ucraina "senza compromessi" e i tentativi di rallentare i colloqui sul conflitto "porterebbero solo a ulteriori richieste a Kiev nella nostra posizione negoziale". Gli obiettivi dell'operazione in Ucraina - cioè la demilitarizzazione del Paese e il suo status neutrale - saranno raggiunti in ogni caso, ha sottolineato il capo del Cremlino, facendo pressione sul capo dell'Eliseo affinché faccia il possibile perché tutti gli stranieri siano evacuati dall'Ucraina. 

Nei 90 minuti di colloquio, il presidente francese ha detto al suo omologo che sta commettendo un ''grave errore'' in Ucraina e che la guerra costerà caro alla Russia, secondo quanto reso noto dall'Eliseo. Putin ha espresso la sua ''grande determinazione'' ad ''andare avanti'' con il piano dell'esercito di Mosca. "La previsione del presidente (Macron, ndr) - hanno riferito da Parigi - è che il peggio deve ancora venire visto quello che gli ha detto il presidente Putin".

Il luogo dell'incontro

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