Venerdì 26 Aprile 2024

La guerra dei migranti Parigi rompe con Roma "Non vi aiuteremo mai più L’Europa lasci sola l’Italia"

I francesi stracciano gli accordi sui ricollocamenti e rafforzano la frontiera di Ventimiglia. L’Ocean Viking oggi a Tolone. Marine Le Pen accusa Macron: "Drammatico lassismo"

Migration

di Giovanni Serafini

Alta tensione, scambio di accuse: il tema dei migranti e delle Ong avvelena per l’ennesima volta i rapporti fra Italia e Francia e fa esplodere il primo incidente diplomatico fra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron. Ieri il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin, contraddicendo le dichiarazioni della vigilia, ha annunciato che la Francia avrebbe concesso alla Ocean Viking di sbarcare a Tolone i suoi 234 naufraghi. Ma ha aggiunto che si tratta di una decisione "eccezionale" e che la scelta "incomprensibile" del governo italiano di negare lo sbarco avrà "conseguenze gravi" per le relazioni bilaterali.

La Francia non accoglierà i 3500 profughi – ha minacciato – che dovevano essere trasferiti verso Parigi sulla base degli ultimi accordi europei. Non basta: Parigi inviterà altri Paesi, prima fra tutti la Germania, a fare altrettanto e, da parte sua, farà controlli rigidissimi al confine di Ventimiglia. Il suo omologo italiano Matteo Piantedosi a sua volta ha definito "incomprensibile" la dichiarazione di Darmanin e ha ricordato che l’Italia ha dovuto finora affrontare sempre da sola l’enorme problema dei migranti. Il durissimo atteggiamento francese riflette l’irritazione (ma anche l’imbarazzo) dell’Eliseo. Che cosa ha dato fuoco alle polveri dopo i contatti apparentemente distensivi dei giorni scorsi fra le autorità di Parigi e Roma, in particolare l’incontro del 7 novembre fra Macron e Giorgia Meloni alla conferenza Cop 27 a Sharm-el-Sheikh? Probabilmente le reciproche ambiguità. Il tema degli sbarchi e dei migranti era già stato toccato, ma non chiarito il 23 ottobre a Roma, nei colloqui fra Macron e Meloni. Il presidente francese, senza dare troppo pubblicità alla cosa, aveva promesso di accogliere una parte dei naufraghi. Disponibilità confermata a Parigi, a quanto pare, nel corso dell’incontro di lunedì scorso fra il ministro agli Affari europei Raffaele Fitto e la francese Laurence Boone, segretaria di Stato per l’Europa. Sta di fatto che martedì sera alle 21 Palazzo Chigi diffonde una nota ufficiale in cui si esprime grande apprezzamento "per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria". Due ore più tardi l’agenzia France Presse, citando fonti governative francesi, afferma che "la scelta italiana di respingere la Ocean Viking è inaccettabile perché contraria al diritto marittimo e allo spirito di solidarietà europeo". Ciliegina sulla torta avvelenata: "Ci si aspettava ben altro da un paese che è il primo beneficiario del meccanismo di aiuti europei" (i 200 miliardi del Pnrr, ndr).

Dopo questo repentino capovolgimento di umori e ulteriori insistenze francesi affinché l’Italia apra i suoi porti alle navi delle Ong, ecco una nuova contorsione: Darmanin accetta "in via eccezionale" di accogliere la Ocean Viking nel porto militare di Tolone (dove arriverà oggi) minacciando però severe rappresaglie. Per capire cosa si nasconde dietro questa intricata situazione, basta leggere i commenti al vetriolo di Marine Le Pen e della destra in genere alle dichiarazioni di Darmanin. "Accettando per la prima volta che una nave sbarchi dei migranti in un porto francese, Macron lancia un drammatico segnale di lassismo. Dopo questa decisione il presidente non potrà più far credere a nessuno che intende porre fine a un’immigrazione massiccia e anarchica", ha tuonato la leader del Rassemblement National. A sua volta Eric Ciotti, esponente dei Républicains, ha chiesto che "nessun porto francese diventi la nuova Lampedusa d’Europa". Come si vede, anche in Francia la discussione sui profughi è un terreno di scontro politico. Come manifestare fermezza senza dar l’impressione di allinearsi alla Le Pen? Questo il problema che travaglia Macron.