Giovedì 25 Aprile 2024

La burocrazia si sconfigge con leggi snelle

Antonio

Patuelli

La pandemia comporta infiniti sforzi in ambito sanitario,

ma stimola anche alle modernizzazioni per favorire la ripresa. Le buone intenzioni sono infinite e si concentrano innanzitutto per la transizione tecnologica, per la tutela dell’ambiente, più in generale per la sostenibilità e contro gli eccessi della burocratizzazione che è cresciuta nonostante le sempre più diffuse tecnologie.

Per perseguire queste intenzioni occorre affrontare

le cause dei fenomeni.

Per combattere l’eccessiva burocratizzazione non serve

e non è nemmeno giusto demonizzare i burocrati che operano in una “selva oscura” di infinite norme che, soprattutto in Italia, sono sovrapposte e intrecciate fra loro in maniera spesso paralizzante.

Per modernizzare e sburocratizzare occorre affrontare l’eccesso della legislazione che è intervenuta su quasi tutto lo scibile, ma raramente abrogando esplicitamente leggi preesistenti. Questi intrecci di norme intimoriscono chi è rispettoso delle leggi e rallentano ogni processo decisionale.

Quindi, per sburocratizzare occorre innanzitutto procedere con riforme che non costano, delegificando e semplificando.

Non sono, infatti, cattivi i burocrati o la burocrazia in genere che debbono applicare troppe leggi, spesso malscritte e complesse, con poche abrogazioni esplicite. Occorre decidere innanzitutto che

ogni nuova legge deve abrogare esplicitamente quelle in contrasto o divenute inutili.

E necessita che le leggi siano scritte senza rimandi ad altre leggi, senza che sia difficile anche poterle leggere.

Occorrono Testi Unici e Codici che raccolgano e semplifichino le norme di ogni settore, abrogando tutte le leggi che siano in contrasto o solo inutili.

Le tecnologie semplificheranno quest’opera, se verrà intrapresa, ma non potranno fare miracoli se continueranno ad aumentare le sovrapposizioni e gli intrecci

di vecchie e nuove norme.