Sabato 27 Aprile 2024

La bufera giudiziaria è finita L’ex sindaco cerca la rivincita

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PARMA

Esce di scena, ma ci lascia la faccia. Una volta baluardo del grillismo più radicale, del Vaffaday che riempiva le piazze, ancora sorride dai manifesti elettorali di Parma, Federico Pizzarotti. Il sindaco uscente, decollato 10 anni fa dopo una campagna contro l’inceneritore, tuttora regolarmente acceso, sceglie sé stesso fino all’ultimo. Quasi a reclamare il suo peso, il suo ruolo per il futuro del centrosinistra in città. Dopo anni di battaglie e di scontri, di polemiche e di scambi di accuse, grazie alle mediazioni dei vertici regionali Dem, ha trovato l’intesa con il Pd su un candidato comune: il professore universitario Michele Guerra, suo assessore alla Cultura. Così Effetto Parma – l’ultima creatura di Pizzarotti dopo il flop di Italia in Comune, il partito dei sindaci asfaltato alle Europee – è tra i principali sostenitori di Guerra per le comunali. Dovrebbe essere proprio il delfino di Pizzarotti il duellante nella sfida finale con il ben più scafato Pietro Vignali.

È il sindaco finito al centro dello scandalo giudiziario che portò all’arrembaggio dei 5 stelle nel cuore della Food Valley. Un’inchiesta partita nel 2010 che si è conclusa nel 2020 con patteggiamenti, assoluzioni e la riabilitazione penale per Vignali, uno dei primi cittadini più amati da queste parti. Incarna le aspirazioni di un civismo di centrodestra diviso. Lo sostengono Lega e Forza Italia, mentre Fratelli d’Italia corre col suo candidato: Priamo Bocchi, 51 anni, responsabile provinciale Enti locali del partito.

Risorge dalle ceneri anche il civismo made in Parma grazie alla lista di Civiltà Parmigiana, appannaggio dell’ex sindaco Elvio Ubaldi, che nel 1998 riuscì a conquistare la rossa Parma. Civiltà Parmigiana oggi sostiene l’architetto 50enne Dario Costi. Ma ci sono altri sei candidati in lizza tra No vax, ambientalisti, no cargo. Ironia della sorte: non pervenuto il M5s. Ricordo sbiadito di manifesti lontani.

Penelope Bironi