Giovedì 25 Aprile 2024

Juve, il giallo delle maxi plusvalenze Troppi giocatori venduti a peso d’oro

Indagati Agnelli, Nedved e Paratici. Nel mirino operazioni per 282 milioni in 3 anni, il club: rispettate le norme

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di Paolo Franci

Angelo e Demone. In grado di travestirsi da innocua operazione di mercato o di assumere le sembianze di una diabolica transazione finanziaria attraverso lo scambio di giocatori. La plusvalenza, di per sé, altro non è che il guadagno effettivo sul cartellino del giocatore. Cioè: lo paghi 10 milioni, lo rivendi a 20 e la plusvalenza è di 10 milioni, se si tratta di cessione ’classica’. Se invece vengono date ai giocatori valutazioni esagerate per poi scambiarli tra club, con il fine di mettere entrambi a bilancio guadagni che, pur senza trasferimento effettivo di denaro, consentono di dare una robusta sistemata ai bilanci, ecco che ci troviamo di fronte a ciò che è al centro dell’inchiesta ’Prisma’ della Procura di Torino: le plusvalenze gonfiate con 62 operazioni di mercato nel mirino, 42 delle quali attribuibili alla Juve per un valore di 282 milioni nelle ultime tre stagioni. Nell’inchiesta sono indagati per false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, l’ex ds Fabio Paratici e altri tre dirigenti. In serata il club bianconero ha diffuso una nota: "Collaboriamo con gli inquirenti. Abbiamo operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie".

Un’inchiesta molto complessa. Chi stabilisce che il valore di tale atleta sia realmente quello? Se però giustizia ordinaria e sportiva si sono quasi sempre arenate, come nel caso di Inter e Milan che furono assolte perchè i fatti non costituivano reato, la storia stavolta è diversa. Perché è stata la Consob a muoversi, chiedendo alla Covisoc (l’organo di controllo economico-finanziario del pallone) e alla Procura Federale chiarimenti sulla vicenda. E, dunque, rispetto al passato lo scenario cambia radicalmente. Nel mondo del pallone il giochino delle plusvalenze è ricorrente. “Finanza creativa“ la chiamano. Demone tentatore, stando all’inchiesta che mette al centro chi delle plusvalenze era ritenuto un mago, l’ex ds Juve Fabio Paratici. Ne ha fatte a decine. La più famosa Pjanic al Barcellona per 61 milioni e Arthur alla Juve per 72. Ma sono i più giovani ad aver ’attratto’ gli inquirenti, come nel caso dello scambio Tongya-Marley con il Marsiglia, entrambi valutati 8 milioni. O Nicolò Rovella, acquistato per 18 milioni dal Genoa (dove è in prestito) che invece prendeva Manolo Portanova per 10 milioni ed Elia Petrelli per 8. O come Pablo Moreno, ceduto al City per 10 milioni e Felix Andrade che ha fatto la strada inversa per 10,5 milioni.

Le operazioni oggetto di inchiesta sono ben 62, e 42 riguardanti la Juve con club di Serie A, B e stranieri, Ma di società coinvolte ce ne sono diverse, come il Napoli che paga Osimhen 72 milioni e in cambio cede Karnezis per 5 milioni, ma soprattutto i ragazzini Palmieri, Manzi e Liguori per cifre tra i 4 e i 7 milioni. Altro aspetto da chiarire è come mai la Juve che iscrive la squadra B nel campionato di Serie C 1920 abbia movimentato 39 milioni di euro, un decimo di quanto speso da tutte le altre 59 società di C in quella stagione.