Mercoledì 24 Aprile 2024

Iran, fiamme nel carcere di Alessia: 4 morti "Ma la blogger è in buone condizioni"

Migration

Il giorno dopo l’incendio nella prigione di Evin, il carcere di Teheran dove finiscono anche gli attivisti e i dissidenti, il bilancio parla di almeno quattro morti, tutti "uccisi dal fumo provocato dalle fiamme" innescate dalla rivolta, la versione iraniana. E sono almeno una sessantina i feriti, alcuni gravi. Ma Alessia Piperno, la ragazza italiana, detenuta in quelle celle dopo essere stata fermata il 28 settembre scorso nella capitale, "sta bene" rassicura la Farnesina in contratto con l’ambasciata italiana a Teheran. Non avrebbero riportato conseguenze anche alcuni noti attivisti politici reclusi nell’area del penitenziario in cui è scoppiato l’incendio, tra cui il regista Jafar Panahi e il riformista Mostafa Tajzadeh, come anche altri dissidenti con doppia nazionalità. All’indomani dell’incendio la situazione è tornata alla normalità, mentre ieri mattina ci sono stati momenti di tensione davanti alla struttura, dove si erano radunate le famiglie di alcuni detenuti, preoccupate per la salute dei loro cari. Evin è nota per i maltrattamenti subiti dai prigionieri politici e ospita migliaia di persone con accuse penali. Centinaia di persone arrestate durante le manifestazioni per la morte di Mahsa Amini – la 22enne morta tre giorni dopo l’arresto da parte della polizia morale per non aver indossato correttamente il velo islamico –, sono state mandate proprio lì. Le fiamme, le cui cause non sono ancora chiare, hanno invaso parte del carcere. Secondo i filmati pubblicati sui social, durante l’incendio si sono uditi colpi di arma da fuoco e diverse esplosioni nel vasto complesso. Alcuni giornalisti hanno ipotizzato che siano state le stesse autorità iraniane a "dare intenzionalmente alle fiamme la prigione", adducendo come spiegazione il rilascio, prima che le fiamme prendessero il sopravvento nella struttura, di un prigioniero politico di alto profilo, riporta la Bbc.