Mercoledì 24 Aprile 2024

Incendi Vesuvio, il vescovo: "Piromani assassini, almeno l'Isis rivendica"

Il duro monito di monsignor Di Donna: "Vigliacchi e codardi"

Incendio Vesuvio, le immagini dal Golfo di Napoli (Ansa)

Incendio Vesuvio, le immagini dal Golfo di Napoli (Ansa)

Ercolano (Napoli), 14 agosto 2017 - Gli incendi che hanno distrutto ettari di verde al Vesuvio sono frutto di un "disegno preciso, una regia, una strategia criminale che ha provocato un dramma dalle conseguenze incalcolabili". E' durissimo il vescovo di Acerra (Napoli), Antonio Di Donna nell'omelia pronunciata, questa mattina, nella Basilica di Santa Maria a Pugliano a Ercolano (Napoli) e rivolta agli incendiari che hanno devastato quelle terre. "Ci sono tanti modi per uccidere ma così si uccide il futuro di intere generazioni. Vigliacchi e codardi. Almeno i terroristi dell'Isis hanno il coraggio di rivendicare le loro azioni criminali, questi no", ha continuato il vescovo.

Davanti a una chiesa gremita, Di Donna si è soffermato sullo scempio perpetrato ai danni del Vesuvio ferito a morte così come è accaduto in altri luoghi verdi d'Italia. Quella montagna che "da risorsa ora, a vederla incenerita, fa una pena e sembra quasi che chieda di essere difesa dall'uomo". Più volte nell'omelia, riferendosi a chi ha attentato alla natura, ha ripetuto "Vigliacchi, assassini" e ha ringraziato quanti si sono prodigati nello spegnimento delle fiamme. "A chi giova? Rimane la domanda. Ci sono tanti modi per uccidere ma così si uccide il futuro di intere generazioni". Un intervento che è stato salutato da un forte applauso.

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"L'emergenza incendi non conosce tregua e non risparmia neanche le maggior aree di valore naturalistico, incluse quelle nella Rete Natura 2000. Non solo il Vesuvio, ma anche tante altre aree protette, nazionali e regionali, sono sotto la morsa degli incendi: dal Cilento e Vallo di Diano, al Gargano, dall'Alta Murgia alla Majella, dalla Sila al Pollino al Gran Sasso passando per la Riserva dello Zingaro in Sicilia, sono troppe le aree di pregio del centro-sud finite in balia di ecocriminali e piromani". E' il bilancio degli incendi che hanno colpito la Penisola quest'estate, elaborato da Legambiente confrontando e analizzando "i dati cartografici delle superfici percorse dal fuoco raccolti dalla Commissione europea con quanta parte della 'natura protetta' sia bruciata fino ad oggi in Italia". Il quadro che emerge "è davvero preoccupante - scrive Legambiente -. Nel 2017 sono ben 24.677 gli ettari delle Zone di Protezione Speciale - ZPS, istituite in base alla direttiva Uccelli per tutelare l'avifauna e i loro habitat, bruciati dalle fiamme, 22.399 quelli dei Siti di Importanza Comunitaria - SIC, istituiti in base alla direttiva Habitat per preservare habitat e specie animali e vegetali minacciate presenti nel nostro Paese, andati in fumo, e ben 21.204 gli ettari dei parchi e delle aree protette devastati dalle fiamme".