Mercoledì 24 Aprile 2024

Il sit-in dei medici "Troppe violenze in corsia Siamo pochi e lasciati soli"

Lacrime ma anche tanta rabbia alla manifestazione in sostegno della psichiatra aggredita. La collega: "Barbara ha dedicato tutta la sua esistenza agli altri con fatica e dedizione".

Il sit-in dei medici  "Troppe violenze in corsia  Siamo pochi e lasciati soli"

Il sit-in dei medici "Troppe violenze in corsia Siamo pochi e lasciati soli"

Ciascuno ha il proprio modo di piangere: chi il volto lo ingombra di lacrime, chi il dolore lo esprime sgorgando un fiume di parole e ricordi. Chi invece lo costringe in un abbraccio o la chiude in silenzio teso e malinconico. Ottanta persone si radunano sotto la finestra dove il medico Barbara Capovani è in fin di vita: ognuno ha il proprio dolore e una ragione per presenziare sull’asfalto della rotatoria, sotto il primo caldo sole primaverile. Il sit-in si dipana a pochi metri dall’ingresso del pronto soccorso del nuovo ospedale di Cisanello, appena fuori il centro storico di Pisa: fra il marciapiede e l’asfalto vi sono medici, colleghi e autorità.

La famiglia di Barbara, l’ex marito Giorgio Nappini e i figli raggiungono il corteo in silenzio e ringraziano. "Siamo qui all’ospedale in attesa – ha detto qualche ora prima al telefono Nappini, commercialista lucchese –. Sono qui con i miei figli. Siamo sconvolti, è qualcosa di tremendo. Non abbiamo idea di chi possa aver fatto una cosa del genere, so che stanno indagando, ma non ci hanno fornito novità purtroppo... Il nostro pensiero adesso è per Barbara".

Alla psichiatra, brillante medico, sono dedicati anche alcuni cartelloni appesi sulle cancellate del policlinico. "Forza Barbara siamo con te". Talvolta il brusio di 80 persone cessa di colpo e un silenzio irreale si propaga fra la rotonda e la severa facciata del Pronto Soccorso, mentre le ambulanze fanno la spola dentro e fuori l’ospedale. Alle preghiere per Capovani – laiche o religiose che siano – segue anche una denuncia. Dottori da troppo tempo nel mirino: minacciati, picchiati, offesi in reparto o in ambulatorio. Perfino la 55enne psichiatra adesso in condizioni difficilissime è vittima di pochi ma dolorosi post su Facebook che le augurano il peggio, come ad altri medici. "Spero che non occorra una vittima – tuona con un filo di voce Rita Rocca, medico psichiatra appena andata in pensione – per far arrivare ai vertici dello Stato un messaggio chiaro: negli ospedali vi è un problema di sicurezza. I medici sono sempre meno e sono lasciati soli. Barbara ed io siamo cresciuti insieme con fatica e dedizione. È una persona che ha dedicato la propria esistenza agli altri".

Alfredo Sbrana, ex direttore del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (Spdc) di Pisa, da poco in pensione - incarico oggi ricoperto proprio dalla dottoressa Capovani - aggiunge: "Un paziente come quello che probabilmente ha commesso questa cosa orrenda, era uno che andava seguito a priori, indipendentemente dalla sua discrezionalità. In alcuni casi, invece, si lascia la possibilità di seguire le cure alla discrezionalità del paziente stesso. Quello che sto per dire, so che è molto impopolare, ma ci sono persone che non hanno consapevolezza di malattie, che non si rendono conto che le loro azioni derivano da una patologia che va curata e vanno avanti come niente fosse, questo non è accettabile". "Solo nell’ultimo anno in Toscana si sono contate 1.258 aggressioni a medici e operatori degli ospedali, di cui 935 verbali e 323 fisiche – sottolinea il segretario della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Roberto Monaco – con conseguenti 193 denunce per infortuni. Quasi un episodio di violenza fisica al giorno. Dobbiamo proteggere i nostri operatori".

Saverio Bargagna