Giovedì 25 Aprile 2024

Il premier tace sul Quirinale Ma resta in gara

Pierfrancesco

De Robertis

Nella sostanza però le cose stanno oggi come stavano prima della conferenza di ieri, e semmai Draghi pare avere maggiore coscienza dei pericoli che corre lui come potenziale presidente della repubblica ma anche come premier, e di quanta poca distanza possa correre tra essere il salvatore della patria innalzato al Colle e il ritrovarsi un inquilino sgradito addirittura a palazzo Chigi in seguito a una crisi istituzionale impazzita che schianti le coalizioni e metta i partiti uno contro l’altro.

La freddezza del banchiere centrale l’ha però aiutato a ricordare che la politica è una questione di forza, ma come in una leva la forza può esercitarsi per opposto, in quanto debolezza altrui, e che la sua eventuale ascesa al Quirinale sarà la risultanza non della proprio capacità di imporsi ma di una serie di indecisioni, fallimenti, impotenti minacce e aspirazioni deluse dei partiti e dei loro leader.

La questione della debolezza della politica, la mancanza di una regìa, resta infatti tutta. Il centrodestra pare avere i voti ma si è impiccato dietro all’ipotesi Berlusconi ritenuta improbabile in primis dai suoi leader (citofonare Salvini, Meloni, i centristi di Coraggio Italia), i grillini non esistono se non per finire sbeffeggiati a fare gaffes sui siti, il Pd che in partite del genere di norma è il più centrato ha il 12 per cento dei grandi elettori.

Di qui a ipotizzare uno scenario per il 24 però ce ne passa, anche perché su tutto potrebbe avere un peso decisivo il generale Omicron. Sia nel senso del quorum abbassato di fatto ma non di diritto, sia soprattutto per l’emergenza sanitaria, vera o avvertita, sul voto. Certo che con duecentomila contagi al giorno, le scuole in (probabile) Dad e i no vax scatenati nelle piazze per l’introduzione del Super Green pass non sarà immaginabile tirarla troppo per le lunghe. A quel punto tutto sarà possibile. Da un Draghi-subito, dopo la rinuncia di un Berlusconi convinto dai (non) numeri, a un canditato di compromesso, a una sorpresa, perfino a un Mattarella bis. Va a finire che il Covid sarà la mano de dios della repubblica.