Giovedì 25 Aprile 2024

Il piccolo Ryan e l’incubo Alfredino. Disperata corsa contro il tempo

La disperata corsa contro il tempo dei soccorsi è seguita in diretta da tutto il mondo: il bambino di 5 anni è caduto martedì in un pozzo a 32 metri di profondità

I soccorsi per salvare il piccolo Ryan

I soccorsi per salvare il piccolo Ryan

Hanno continuato a fornirgli ossigeno, acqua e cibo. Ogni piccolo movimento registrato dalle telecamere ha fatto sussultare quanti – si stima milioni – da mercoledì, giorno in cui si è diffusa la notizia dell’incidente, seguono le immagini trasmesse in dirette non stop, via tv e via internet dal paesino rurale di Bab Berred, vicino a Chefchauen, nel nord del Marocco. Ryan è vivo (qui gli aggiornamenti in tempo reale), ha mangiato una banana, muove gambe e braccia e risponde alle domande, chiamando la mamma. Ma l’atteso sospiro di sollievo tarda ad arrivare mentre le immagini dei soccorsi riportano alla memoria la vicenda di Alfredino Rampi e di quelle interminabili ore a Vermicino, nel giugno del 1981. Le squadre che ormai da quattro giorni lavorano ininterrottamente, ieri sera erano a un soffio dal bambino, dopo aver scavato un tunnel alternativo per raggiungerlo. Ma ogni mossa e ogni passo avanti è pericoloso: si rischiano crolli e cadute di materiali che possano compromettere la situazione e le operazioni procedono con estrema lentezza, costrette a subire battute d’arresto a ogni rischio di smottamenti a ridosso degli scavi.

Martedì scorso, di pomeriggio, Ryan stava giocando nei campi vicino casa. Il papà lo teneva d’occhio. Ma ai bimbi basta un attimo per sparire, spinti dalla curiosità o dalla vivacità. E così il piccolo è saltato sopra quel cumulo di legna e plastica come se fosse una piccola vetta da scalare. Invece, erano state messe lì, un po’ alla bell’e meglio proprio dall’uomo, di mestiere contadino, per coprire un pozzo che da poco aveva scavato proprio egli stesso. Ryan è sprofondato alla velocità di un proiettile, compiendo un volo di 32 metri in caduta libera attutita solo dalle pareti strette venti centimetri.

A differenza di quanto accade ad Alfredino, per il quale le ricerche scattarono solo in serata quando il bambino di Vermicino non fece ritorno a casa, stavolta l’allarme è scattato subito. L’Sos si è propagato a tutto il villaggio, con decine di persone che si sono mobilitate. Il primo a tentare di raggiungere il bambino, è stato Hamid, un volontario calatosi nel pozzo un po’ come fece Angelo Licheri, morto lo scorso ottobre, l’uomo che nel 1981 tentò di Salvare Alfredino. Falliti tutti i tentativi di recupero, anche quelli di due speleologi professionisti, i soccorritori hanno quindi deciso di scavare accanto al pozzo. Sono servite più di 100 ore di lavoro con sei escavatori a sbancare la montagna, prima di arrivare a un soffio da Ryan, senza poterlo ancora salvare. La montagna frana, il rischio è enorme.