Mercoledì 24 Aprile 2024

"Il mondo è cambiato in sette giorni La globalizzazione? Modello finito"

L’esperto dello IAI: "Torna la logica dei blocchi contrapposti, se Putin vince altri potrebbero imitarlo"

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di Alessandro Farruggia

"Stiamo vivendo un momento di portata immensa. Il mondo di domani, quello che troveremo quando questa guerra finirà, sarà un mondo meno sicuro, più diviso, e nel quale capiremo bene quanto vale vivere in una democrazia. Sarà un mondo di stabilità armata". Così l’analista Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) e responsabile del programma Attori globali dello IAI.

Il mondo di domani sarà un mondo da guerra fredda, cupo e insicuro, un mondo chiuso nei confini delle alleanze?

"Tutto corre a velocità supersonica. Ed è difficile immaginare in dettaglio come potrà essere il mondo dopo una guerra che, in soli sette giorni, ha già travolto una serie di tabù e di posizioni prestabilite da decenni in Europa. Ma sarà un mondo più diviso e instabile. Questa è una guerra di natura imperialistica, volta a distruggere l’indipendenza di uno Stato vicino. Se Putin avesse successo, segnerebbe un precedente importante anche per altri Stati con mire espansioniste. Questa guerra, primo elemento, ha dato nuova linfa all’Europa, una Europa che è già cambiata in maniera impressionante e ha mostrato una coesione mai vista. Ha deciso sanzioni durissime in tempo reale, ha fornito all’Ucraina aiuti militari anche offensivi importanti, ha varato una politica di accoglienza adeguata. E ha agito in piena sintonia con l’America. Si è comportata come un grande attore politico e della sicurezza, ha mostrato che quando si unisce, può esercitare un ruolo. E questo resterà".

Secondo elemento....

"L’Europa si è avviata a prendere una maggiore responsabilità della sua politica di difesa. Nessuno poteva immaginare la virata a 180 gradi della politica tedesca che ha deciso mettere fine alla ostpoltik di dialogo con la Russia e di assumersi le sue responsabilità diventando anche una potenza militare. Ha deciso, cosa impensabile fino a pochi giorni fa, l’invio di armi offensive all’Ucraina e di riarmarsi, con 100 miliardi di investimento subito e portando stabilmente le sue spese per la difesa ad almeno 80 miliardi di euro all’anno. Per capirsi, la Russia ne spende circa 65. Questa nuova Europa che si contrappone al vicino russo senza dipendere solo sulla potenza americana rimarrà. E vedremo al tempo stesso un rafforzamento della Nato. Tutte brutte notizie per Putin, che sognava di disgregare Nato e Ue e otterrà l’opposto".

Che ne sarà della globalizzazione?

"Già negli ultimi due anni, con la pandemia che ha frenato la mobilità e danneggiato le catene internazionali del valore, abbiamo assistito a una clamorosa frenata della globalizzazione. Questa guerra accelererà il trend. Dalla produzione localizzata preferibilmente nei Paesi dove i costi sono più bassi, passeremo a una localizzazione della produzione nella quale le considerazioni economiche saranno mitigate da considerazioni strategiche. Non dipenderemo più per prodotti strategici come il gas o i fertilizzanti da Paesi politicamente inaffidabili come la Russia. Molte produzioni torneranno in Occidente. E la mobilità internazionale si ridurrà, con effetti seri sul turismo".