Sabato 27 Aprile 2024

Il Green pass è la strada per la libertà

Gabriele

Canè

Adesso

che abbiamo scoperto il gusto della libertà, che abbiamo deciso di spezzare le catene, nulla potrà fermarci. Non certo un Dpcm qualunque, o una legge, che ci impone il Green pass per accedere ai luoghi pubblici, agli eventi, o addirittura ai mezzi di trasporto, quelli dove si sta pigiati, bocca a bocca, a strettissimo contatto di goccioline. Figuriamoci. Siamo gente libera, e i più liberi di noi lo gridano nelle piazze e sui social. Come si diceva a nascondino, però, a questo punto "liberi tutti", e "liberi da tutto". Basta con la schiavitù del passaporto: frontiere libere. Basta il telepass per passare ai caselli autostradali senza fare la fila: cassa libera per tutti. Basta con il tesserino sanitario per registrare l’acquisto dei medicinali da scaricare nella denuncia dei redditi: scarico libero per tutti. Basta con la patente per guidare: guida libera per tutti. Basta con i mille vincoli che impongono il vivere sociale e la tutela della salute: il casco in moto, la cintura in auto...

E basta, ovviamente, fuor d’ironia, con questo asfissiante inno a una presunta libertà che ci risuona ogni giorno nelle orecchie perché il Governo, come tutti i governi al mondo, imporrà un documento che permetterà ai vaccinati, cioè ai non contagiosi o poco contagiosi, di stare in mezzo agli altri, di non farli ammalare, di non farli finire in ospedale a occupare letti che non possono essere occupati da chi ha altre malattie: quelli che stano morendo di tante patologie che non sono il Covid.

Per farla breve: ognuno è libero di pensare quello che vuole. Ma chi vive in una collettività è obbligato a seguirne le regole. Soprattutto nelle situazioni di emergenza. Come abbiamo fatto tutti con sventolio di bandiere nei giorni del lockdown, quando non si usciva neppure dall’ingresso di casa. Adesso, contrordine: libertà! Certo: di andare ovunque. Con un semplice, normale, accettabile Green pass in tasca.