Venerdì 26 Aprile 2024

Il governo di Liz è una sorpresa "Inglesi, vi porto fuori dalla tempesta"

Ieri l’insediamento col baciamano a Elisabetta. Sceglie una donna come vice e punta su due afro-britannici

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di Deborah Bonetti

La neo premier Liz Truss si è insediata ieri a Downing Street con un discorso da super eroina dei fumetti, promettendo "azione oggi e azione ogni giorno". Dopo una veloce tappa a Balmoral, in Scozia, per ricevere la nomina della regina (la prima volta che la sovrana non accoglie un premier a Buckingham Palace per il baciamano), la action woman Truss è tornata a Londra e ha annunciato che avrebbe "guidato la Gran Bretagna fuori dalla tempesta" e si è subito rimboccata le maniche.

La terza donna tory a prendere le redini del Paese in meno di 40 anni, la 47enne neo premier ha subito evidenziato le sue tre priorità assolute: l’economia, la crisi energetica e la sanità pubblica. Tutti e tre i settori sono in crisi e, se la Truss non dovesse riuscire a trasformare la situazione a breve termine, i tory se la vedranno brutta alle prossime elezioni generali (previste per il 2024). Ieri mattina il cambio della guardia al numero 10 di Downing Street è partito con l’addio del premier uscente Boris Johnson. Lo scalmanato Boris ha fatto un discorso tipicamente pieno di autoelogi, di frasi spiritose e di citazioni dei classici, dicendo che sarebbe "tornato all’aratro come Cincinnato", cosa che ha spedito l’intera stampa mondiale su Google a cercare chi era Cincinnato. Il messaggio criptico era: ritornerò (come infatti fece Cincinnato). Il 58enne Johnson, che ha promesso di sostenere la nuova premier, è poi volato al castello della regina nella contea dell’Aberdeenshire per offrire le proprie dimissioni, tallonato dalla sua ex ministra degli Esteri in un jet separato.

Dopo il discorso d’insediamento, la nuova leader – che promette una linea ancora più dura sia con la Russia sia con la Cina – si è poi fiondata in parlamento per far rotolare diverse teste. Impossibile non notare che i cacciati dal gabinetto erano tutti sostenitori di Rishi Sunak (l’ex cancelliere, suo rivale per la premiership). A partire dal vicepremier Dominic Raab, seguito dal ministro dei Trasporti Grant Shapps, da quello per la Sanità Steve Barclay e il ministro per il Nord, Greg Clark. Si sono autodimesse la colorita ministra alla Cultura, Nadine Dorries (fedelissima di Boris e scrittrice di romanzi d’amore) e la discussa ministra degli Interni, Priti Patel, autrice del controverso piano di mandare i rifugiati di guerra in Rwanda.

Promossi, come previsto, Kwasi Kwarteng a cancelliere dello scacchiere, Therese Coffey alla Sanità (e vice premier), Suella Braverman agli Interni e James Cleverly agli Esteri. Da notare che il nuovo gabinetto di Liz Truss è il più multirazziale mai visto finora. Non c’è alcuna nomina di uomini bianchi (anche se rimane Ben Wallace alla Difesa) e di questo la Truss va fiera. Oggi la nuova leader, che è sposata con due figlie adolescenti, sarà in Parlamento per affrontare il suo primo prime minister’s questions.

E domani si attende già il suo piano per combattere la crisi energetica: si parla di un tetto alle tariffe e di un’iniezione di fondi statali pari a 100 miliardi di sterline. Fra le altre questioni pressanti: la situazione nell’ingovernabile Irlanda del Nord, con il protocollo in pericolo a seguito della Brexit, e la situazione in Scozia, con la prima ministra Nicola Sturgeon che spinge per un nuovo referendum sull’indipendenza.