Venerdì 26 Aprile 2024

Il futuro e la ricostruzione Missione italiana in Ucraina La rinascita vale 350 miliardi

Migration

di Marta Ottaviani

La pace è ancora lontana, ma in Ucraina si pensa già al futuro e alla ricostruzione del Paese. Molte nazioni, in testa la Francia, sono ai nastri di partenza per un’operazione che, secondo la Banca Mondiale, costerà almeno 350 miliardi di dollari. L’Italia non resta certo a guardare e, complice anche una politica di grande sensibilità verso Kiev inaugurata dall’esecutivo a guida Mario Draghi, è pronta a fare la sua parte in un dopoguerra ricco di dubbi, ma anche di opportunità. Ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sono volati nella capitale ucraina per inaugurare proprio l’ufficio di rappresentanza aperto dall’Unione degli Industriali, che viene ospitato dall’Ambasciata d’Italia a Kiev. Una ‘missione simbolo’ in piena regola che, nelle stesse parole degli interessati, ha l’obiettivo di fornire "il supporto alla ricostruzione delle infrastrutture e all’economia ucraina", sottolineando come questo impegno ‘impone un approccio unitario, coordinato e coerente da parte di tutti i protagonisti’. Il ministro Urso, in particolare, ha voluto ribadire il supporto dell’Italia alla popolazione, sotto gli attacchi russi da quasi 11 mesi. Sia Bonomi, sia Urso erano stati nel Paese già nei mesi scorsi. Il primo aveva guidato una missione di Confindustria a Kiev lo scorso 21 giugno, quando è stato firmato un memorandum of understanding. Con il documento, le due parti si impegnavano a intensificare la cooperazione economica e industriale tra Italia e Ucraina e ad accompagnare le imprese italiane nell’attuazione di progetti congiunti volti a ricostruire l’economia del Paese, ripristinare le infrastrutture distrutte dalla guerra e attrarre investimenti. Un programma vasto, in una terra devastata, che ha un grade bisogno di visioni sul lungo termine. Urso, invece, era volato Kiev lo scorso 9 settembre, prima dell’esito elettorale che ha visto Fratelli d’Italia imporsi come il partito più votato alle politiche. Lo scopo della visita era rassicurare l’Ucraina che la politica italiana nel conflitto non sarebbe cambiata. Una posizione portata avanti, subito dopo la formazione del governo, anche dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che aveva scelto proprio l’omologo ucraino, Dmytro Kuleba come destinatario della sua prima telefonata da capo della diplomazia italiana. La visita istituzionale è stata effettuata il giorno dopo che il Senato italiano ha approvato a larga maggioranza un decreto che autorizza l’invio di armi ed equipaggiamento militare nel 2023. Palazzo Chigi ha anche annunciato l’arrivo di un sesto pacchetto di aiuti e nuove misure di assistenza in campo umanitario, energetico e infrastrutturale.