Venerdì 26 Aprile 2024

Il diktat di Bruxelles ai Paesi Ue "Ora riconoscete i genitori gay"

La proposta della commissione riguarda i minori la cui genitorialità è stata accertata in uno Stato dell’Unione. La presidente von der Leyen: "Vogliamo aiutare i bambini nelle situazioni transfrontaliere"

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di Elena Comelli

Stop alle discriminazioni nei confronti dei figli di coppie dello stesso sesso all’interno dell’Unione europea: tutti gli Stati membri dovranno riconoscere la genitorialità acquisita in un altro Paese Ue da due persone omosessuali e garantire alle famiglie arcobaleno gli stessi diritti concessi alle altre famiglie. È quanto prevede la proposta di regolamento presentata ieri dalla Commissione Ue per armonizzare le norme di diritto internazionale privato in materia di filiazione. "Sono orgogliosa delle nuove norme che presentiamo sul riconoscimento della genitorialità nell’Ue. Vogliamo aiutare tutte le famiglie e i bambini in situazioni transfrontaliere. Perché se sei genitore in un Paese, sei genitore in ogni Paese", ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un tweet. "Sono circa 2 milioni i bambini che si vedono negare il rapporto giuridico con i genitori", ha precisato il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders. "Questa situazione non è accettabile per la Commissione Ue", ha dichiarato.

La proposta è incentrata sull’interesse superiore e sui diritti del bambino. Già oggi il diritto europeo, in base a una serie di pronunciamenti della Corte di giustizia Ue, prevede che "la filiazione accertata in uno Stato membro sia riconosciuta in tutti gli altri Stati membri per alcuni scopi: accesso al territorio, diritto di soggiorno, non discriminazione rispetto ai cittadini nazionali". Questo riconoscimento, però, non copre altri diritti a cui hanno accesso i figli di coppie "tradizionali": da qui il nuovo regolamento, che "consente ai figli di beneficiare in situazioni transfrontaliere dei diritti derivanti dalla filiazione ai sensi del diritto nazionale, in materie quali la successione, i diritti alimentari o il diritto dei genitori di agire in qualità di rappresentanti legali del minore, per motivi di scolarizzazione o di salute".

L’iniziativa mira a superare gli ostacoli giuridici che i genitori gay si trovano ad affrontare in diversi Paesi Ue, nonostante le sentenze della Corte di giustizia europea: "Per ottenere il riconoscimento della filiazione le famiglie devono talvolta avviare procedimenti amministrativi o anche giudiziari, che sono lunghi e costosi e possono avere risultati incerti", spiega la Commissione. Questo non vuol dire che gli Stati membri non avranno più competenza sul diritto di famiglia: tale prerogativa resta in mano a ogni singolo Paese, ma l’Ue, con la proposta di ieri, fa valere la sua competenza sulle questioni transfrontaliere riguardanti genitori e figli. In pratica, la Commissione non propone che tutti gli Stati introducano nel loro ordinamento il risconoscimento delle coppie gay e dei loro figli, ma si limita a ricordare che se tale riconoscimento è stato accertato in un Paese membro, questo deve avvenire anche nel resto dell’Ue. Da qui la proposta di un Certificato europeo di genitorialità, che potrà essere richiesto allo Stato membro "che ha accertato la filiazione" e utilizzato "come prova della filiazione in tutti gli altri Stati".

Immediate le reazioni dei politici italiani. Laura Boldrini, deputata del Pd, ha invitato il governo ad adeguarsi: "Se il regolamento verrà approvato in via definitiva, il governo Meloni dovrà adeguarsi, mettendo da parte la sua visione oscurantista della società, allineando il diritto italiano a quello internazionale". L’eurodeputato di FdI-Ecr Vincenzo Sofo, invece, accusa la Commissione Ue di voler "imporre l’agenda Lgbt". Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo, è di tutt’altro avviso: "Queste nuove norme, una volta approvate, avranno un impatto importantissimo anche per il nostro Paese, dove l’attuale legge non riconosce la stepchild adoption. Dall’Europa arriva una ventata di libertà. Finalmente".