Venerdì 26 Aprile 2024

Greta a Milano, il grido contro i potenti della terra. "Basta, fate solo finta di ascoltar

Accolta a Milano dal ministro Cingolani, l’attivista parla alla conferenza sul clima “Youth4Climate“

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di Simona Ballatore

"Non si può più andare avanti con il bla bla bla, green economy bla bla bla, decarbonizzazione bla bla bla". Si aspetta molte chiacchiere Greta Thunberg. Vuole "i fatti". Così, zaino in spalla e senza scorta (rifiutata), è arrivata al centro congressi Mico di Milano per la “Youth4Climate“. Obiettivo: stilare una carta negoziale sui cambiamenti climatici, in vista della Cop26 di Glasgow, dopo una maratona di incontri con 400 ragazzi tra i 15 e i 29 anni, provenienti da 197 Paesi.

C’è il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ad accogliere la "prima esperienza di governo dei giovani sul futuro", oggi ci saranno i ministri Luigi di Maio e Patrizio Bianchi, domani per la “PreCop26“ il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Mario Draghi. E Greta è lì, a pungolare pure loro. "Le azioni dei nostri leader sono un tradimento delle promesse e delle speranze dei giovani", dice senza mezzi termini dopo il discorso dell’attivista ugandese Vanessa Nakate, che si è scagliata "contro i mancati aiuti promessi dai Paesi avanzati a quelli più poveri". Venticinque anni, una laurea in Economia alle spalle, Vanessa si è presentata a Milano tanto determinata quanto emozionata. Alla fine del suo intervento, dopo una vera ovazione del pubblico in sala, si è sciolta in lacrime. "L’Africa è responsabile solo del 3 per cento delle emissioni globali – ricorda –, ma gli africani stanno già subendo gli impatti più negativi della crisi climatica. Molti perdono la vita, un numero enorme di persone perde le fonti di sostentamento. Chi pagherà per tutto questo?". E ancora: "Quanto dovremo piangere, quanto dovremo assistere alla scomparsa di animali, quanto i bambini dovranno andare a letto affamati? Vogliamo vederli morire? Che cosa vogliono i leader mondiali che osservano tutto e lasciano che questa situazione vada avanti?".

Il testimone passa poi a Greta, che attacca: "Tutto quello che sentiamo dai nostri cosiddetti leader sono solo parole che sembrano bellissime e altisonanti, ma che per ora non hanno portato ad alcuna azione". Di qui le richieste: "Vogliamo un futuro più sicuro, vogliamo azione per il clima e giustizia climatica, e la vogliamo adesso", incalza dal palco la diciottenne, dati alla mano: "Guardate le statistiche, le emissioni aumentano, la scienza non mente, stiamo accelerando nella direzione sbagliata, solo il 2% dei fondi messi a disposizione dai governi per il Recovery sono destinati alle energie pulite". Chiede mosse concrete l’attivista svedese: "Non dobbiamo razzolare, ma anche predicare bene. Quando parlo di cambiamento climatico mi viene in mente “green job“, lavori verdi. Il cambiamento climatico non è solo una minaccia, è soprattutto un’opportunità di creare un pianeta più verde e più sano. Dobbiamo coglierla. È una soluzione win-win, sia per lo sviluppo che per la conservazione. Dobbiamo arrivare a una transizione senza traumi perché – ripete – non c’è un piano B". Non si illude Greta. "Sono venuta qui perché ho pensato che fosse un’opportunità per dire quello che volevo dire – confessa a margine –. È un evento come tanti altri. Vedremo se porterà qualcosa. Potrebbe farlo, ma se continua così, non porterà a nulla".

Scalda la folla però ed è pronta a sfilare in piazza a Milano anche venerdì, per i Fridays for Future. "Che vogliamo?", grida ai suoi seguaci. "Giustizia climatica!", rispondono determinati i giovani. "E quando la vogliamo?". "Ora!".