Venezia, 23 ottobre 2015 - Giancarlo Galan, coinvolto nella vicenda Mose, nei giorni scorsi ha traslocato da Villa Rodella, la sua ex casa sequestrata per saldare il conto da 2,6mln di euro frutto del patteggiamento , portandosi via un po' di tutto, dai termosifoni ai sanitari.
Galan ha traslocato in un'altra abitazione, sempre sui colli euganei nel padovano , ma nel lasciare Villa Rodella si sarebbe portato via anche varie suppellettili, che in realtà avrebbe dovuto lasciare. Così sono stati caricati dei termosifoni in ghisa ed utilizzati per arredo, lavandini e sanitari: tutti oggetti che avrebbero dovuto rimanere sul posto per non deprezzare la casa.
L'ex governatore del Veneto, visto il clamore su alcuni quotidiani, si è detto pronto a restituire quanto ha prelevato da Villa Rodella.
Il suo avvocato, Antonio Franchini, ha detto all'ANSA che l'ex governatore nella missiva alla Procura si è detto disponibile fin da subito a fare un sopraluogo con gli uomini dell'Agenzia del Demanio per capire cosa va restituito e per provvedere immediatamente al ripristino di Villa Rodella. Per Franchini c'è stato un semplice fraintendimento: Galan non avrebbe avuto cognizione di causa su ciò che poteva prendere e non.
Intanto si è appreso anche che il 4 novembre la posizione di Galan sarà sentita dal Giudice di sorveglianza al quale verrà richiesta l'assegnazione ai servizi sociali o all'assistenza di migranti per il fine pena della condanna a 2 anni e 10 mesi che ora sta trascorrendo ai domiciliari.
© Riproduzione riservata