Venerdì 26 Aprile 2024

Ferrovie, la rivoluzione in dieci anni Investimenti per 190 miliardi

Forti ricadute occupazionali: di qui al 2031 il gruppo farà quarantamila nuove assunzioni

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di Claudia Marin

Un piano industriale si vede innanzitutto dai numeri. E quello di Fs, presentato ieri dalla presidente del Gruppo, Nicoletta Giadrossi, e, in tutti i dettagli, dall’amministratore delegato, Luigi Ferraris, è sicuramente un piano da cifre record: in dieci anni, tra oggi e il 2031, il Gruppo della mobilità ferroviaria e stradale (con Anas) farà investimenti per 190 miliardi di euro e assumerà 40mila nuovi addetti diretti, per arrivare a ricavi a 22,5 miliardi di euro.

Con l’obiettivo, "ambizioso e sfidante", di realizzare "uno sviluppo sostenibile di infrastrutture e mobilità al servizio del Paese", che significhi, in concreto, anche portare le Frecce e l’alta velocità all’interno degli aeroporti; rinnovare la flotta dei treni regionali per i pendolari (con l’acquisto di ulteriori 495 treni Rock e Pop, per una spesa di 4 miliardi di euro); assicurare connessioni veloci a Internet su tutta l’alta velocità; rafforzare il settore della logistica e del trasporto merci anche su scala internazionale; favorire l’integrazione gomma-ferro. Fino a puntare anche a una più ampia autonomia energetica ("autoproducendo da fonti rinnovabili almeno il 40% del fabbisogno"), con lo sviluppo e la diffusione massiva di impianti fotovoltaici sugli oltre 30 milioni di metri quadri di aree o tetti disponibili. Alla radice dell’impostazione del Piano che, non a caso, ha come slogan "il tempo nuovo" – spiega Ferraris – è il lavoro per "rendere le nostre infrastrutture sempre più moderne, interconnesse e resilienti e i servizi di mobilità calibrati sulle esigenze dei nostri clienti". Con la sostenibilità come "parte integrante" di una strategia "su tre pilastri fondamentali: ambiente, sociale e governance".

E, in relazione a quest’ultimo ambito, la novità annunciata ieri riguarda la riorganizzazione del Gruppo in quattro poli di business, ognuno con "chiari obiettivi" strategici: infrastrutture, passeggeri, logistica e urbano. E la presenza di Rfi e Anas nello "stesso polo infrastrutture – insiste Ferraris - punta a consentire di massimizzare le sinergie industriali, garantendo piena integrazione delle infrastrutture ferroviarie e stradale", spiegando che Rfi "prevede circa 110 miliardi di euro di investimenti" tra manutenzione straordinaria, tecnologie, reti regionali, connessioni portiinterporti, Alta velocità, sicurezza, linee turistiche, città metropolitane e connessione aeroporti, mentre per quanto riguarda Anas "sono previsti investimenti per 50 miliardi" tra sviluppo della rete, manutenzione straordinaria e altre attività.

Le ricadute occupazionali saranno rilevantissime. Nel Piano industriale si puntualizza che saranno generate 145mila assunzioni: 40mila dirette, in capo al gruppo ferroviario nazionale (la maggioranza entro il 2026); e le altre nell’indotto (soprattutto tra piccole e medie imprese). Tra le figure più richieste (non tutte reperibili nel mercato del lavoro): operai generici, specializzati, ingegneri, tecnici specializzati. Per i cittadini-viaggiatori, investimenti e opere dovranno servire – incalza l’ad – a ridurre i tempi di percorrenza "drasticamente" sulle principali tratte: ad esempio per andare da Napoli a Bari nel 2027 si impiegheranno solo due ore rispetto alle tre e mezza attuali, sulla Torino-Genova i tempi scenderanno da 1 ora e 40 minuti fino a circa 1 ora e ancora Milano-Genova da 1 ora e 30 a circa 1 ora, Milano-Trieste da 4 ore e 20 a 3 ore e 50, Palermo-Catania da 3 a 2 ore, Sassari-Cagliari da 3 a 2 ore e 30.