Mercoledì 24 Aprile 2024

E se Silvio fosse davvero immortale?

Michele Brambilla

Michele Brambilla

Alla veneranda età di 85 anni Silvio Berlusconi è riuscito nell’impresa più difficile della sua vita: portare il Monza in serie A. Più difficile dell’Edilnord e di Milano 2, più difficile che spazzare via il monopolio della Rai inventando tv private, più difficile che portare scudetti e coppe al Milan, più difficile che fondare dal nulla un partito e vincere, in tre mesi, le elezioni. In un film del 1979, “Agenzia Riccardo Finzi... praticamente detective” (capolavoro assoluto) Renato Pozzetto a un certo punto pronuncia una battuta diventata profezia: "Io sono del Monza, non riusciremo mai ad andare in serie A". A meno di un miracolo.

E chi lo poteva realizzare, se non l’uomo che aveva promesso un nuovo miracolo italiano? Circola sui siti, anche in quelli di grandi e rispettabili giornali, il video che ritrae Berlusconi addormentato, domenica sera allo stadio, mentre il Pisa segna al 90’ il gol che rimanda tutto ai supplementari. E sia.

Gli anni passano anche per lui. Ma mai la presa in giro e perfino le offese – e lui ne ha accettate tante, di prese in giro e di offese, senza mai querelare nessuno – potrebbero essere più ingenerose. Guardate che non stiamo parlando di calcio, ma di altro.

Portare il Monza in serie A – anzi, dalla C alla A in tre anni – è un’impresa che conferma un dato in cui nessuno di noi credeva più: e cioè che il tocco magico non si è esaurito. Non stiamo neppure facendo dell’agiografia, chi lo dicesse non avrebbe capito lo spirito di questo articolo. Stiamo prendendo atto del fatto che quest’uomo – che ha diviso l’Italia, che ha fatto tanti errori, ok – è un vincente nato come se ne sono visti pochi. E la sua vittoria più grande sarà, quando uscirà di scena, di non finire come molti avevano prospettato (vedi “Il Caimano”, il film di Moretti): sarà ancora amato dai suoi, e meno odiato dai nemici. Il suo più grande desiderio – chi lo conosce lo sa – non è né la ricchezza né il potere: è l’essere amato.

L’altra notte, in piazza Duomo a Monza, un tale ha portato un cartonato che lo raffigurava: non dirò, per carità di patria e pure per decenza, che cosa chiedevano a Berlusconi i tifosi in coro. Ma si trattava comunque di manifestazione di simpatia e d’affetto.

Sono almeno dieci anni che lo diamo tutti per finito. E invece. Berlusconi aveva chiesto a don Verzé di inventargli qualcosa per diventare immortale. Magari c’è qualcosa che non sappiamo.