Giovedì 25 Aprile 2024

Draghi e lo zar, un’ora al telefono Truppe russe in ritirata da Chernobyl

Il premier pronto a lavorare all’iter di pace: "Serve una rapida de-escalation sui fronti di battaglia". Il Cremlino concentra le forze verso il Donbass. Si allenta la morsa su Kiev ma non cessano i raid

di Alessandro Farruggia

La tregua resta lontana, ma Mosca, visto che non sfondava a Kiev e Kharkiv, sta abbandonando le zone occupate nel nord dell’Ucraina per concentrarsi sul Donbass: è quella la frontiera che consentirà a Putin, se conquistata, di dichiarare a suo modo vittoria. Una vittoria di Pirro, ma da rilanciare come grande successo. Le promesse di alleggerimento della pressione militare su Chernikov e Kiev non sono state ancora pienamente confermate perché anche ieri le bombe e i missili hanno continuato a cadere. Ma molti reparti stanno ripiegando verso la Bielorussia e tra questi anche quelli che occupavano la zona di esclusione di Chernobyl. In Donbass, invece, è ancora guerra aperta, perché Mosca punta a concentrare le truppe a sud-est per conquistare la regione russofona. Su Mariupol, la Russia ha fatto sapere di essere pronta a dichiarare un cessate il fuoco temporaneo e ad aprire un corridoio umanitario verso Zaporizhzhia, a patto che Kiev soddisfi determinate condizioni.

VIA DA CHERNOBYL

Secondo il portavoce del Pentagono John Kirby, la Russia ha spostato dall’area di Kiev circa il 20% delle truppe inizialmente impegnate per la presa della capitale. Ha anche precisato che Mosca starebbe abbandonando l’area della centrale di Chernobyl, procedendo verso la Bielorussia. Da sottolineare che, secondo fonti ucraine, alcuni soldati russi sono stati ricoverati al Centro bielorusso di medicina delle radiazioni a Gomel: avrebbero assorbito dosi elevate di radiazioni, probabilmente scavando trincee nella zona.

OBIETTIVO DONBASS

La Russia ha ridotto le forze sul campo a nord ovest e ad est di Kiev, a attorno a Chernikov e Kharkiv, ma ha continuato a bombardare Kiev e Chenihov, oltre che mezzo Donbass. A Mariupol ieri è stata colpita anche una sede della Croce Rossa, pur se in serata Mosca ha annunciato il cessate il fuoco nella città martire. Nel Donbass si combatte pesantemente nella zona di Sevierodonetsk e di Izyum (ormai praticamente circondata), da dove i russi vorrebbero puntare su Slovyansk. Le forze ucraine hanno respinto ancora gli attacchi verso Popazna e Rubizhne, ma sono sotto pressione.

BIDEN CORTEGGIA L’EUROPA

Putin alterna minacce ad aperture all’Europa e ieri ha spiegato al cancelliere tedesco Scholz, che "i clienti europei potranno continuare a pagare il gas russo in euro versandoli a Gazprombank, non colpita da sanzioni, che li convertirà in rubli". Scholz ha ribadito che non intende cambiare i contratti firmati ma, ha fatto sapere il Cremlino, "è stato concordato che esperti dei due Paesi negozieranno sulla questione".

COLLOQUIO PUTIN-DRAGHI

"Presidente, parliamo di pace". Ha esordito così il premier Mario Draghi sente al telefono Putin. L’Italia c’è, ha ribadito Draghi a Putin, "pronta a contribuire al processo di pace", ma perché Roma scenda in campo "devono esserci e arrivare segnali chiari di de-escalation da parte della Russia". Putin ha illustrato la richiesta di Mosca sui rubli, a suo tempo bocciata anche da Draghi, aggiornandolo sui negoziati in corso con l’Ucraina. I due leader hanno convenuto di tenere un canale di contatto aperto.

PASSO IN AVANTI, ANZI NO

"Per ora non possiamo dire che ci sia una qualche svolta, c’è ancora molto lavoro da fare" aveva detto in mattinata il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Poi il ministro degli Esteri Lavrov ha parzialmente corretto il tiro: "Ritengo sia un progresso significativo che i negoziatori ucraini abbiano confermato che la necessità d’uno status neutrale dell’Ucraina". "Da parte dei colleghi ucraini – ha poi aggiunto – c’è stata la comprensione che la questione della Crimea e del Donbass sono state finalmente chiuse". "Le questioni della Crimea occupata e del Donbass saranno definitamente chiuse dopo il ripristino della sovranità ucraina in questi territori" ha replicato il ministero degli Esteri ucraino.