Mercoledì 24 Aprile 2024

Domenica al lavoro in ufficio o da casa Lo stile di Super Mario contagia i ministri

Strutture da riorganizzare, un incontro coi sindacati e misure anti-contagio da mandare avanti, non c’è tempo da perdere. Speranza indefesso, Orlando salta la cena e Guerini resta incollato al telefono: il ’primo giorno di scuola’ della squadra

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di Ettore Maria Colombo

Come hanno passato la loro prima domenica dopo l’investitura, i ministri del 67° governo dell’Italia Repubblicana? Al lavoro, ça va sans dire. Da casa, collegati via ZoomSkype, o nei vecchinuovi uffici di cui hanno preso possesso. Qui si parla, ovviamente, di quelli raggiungibili in qualche modo, perché molti di loro ancora non hanno staff né portavoce.

Andrea Orlando ha convocato le parti sociali al ministero, quello del Welfare (ex Lavoro), che si trova in via Veneto, una volta la strada della Dolce vita e oggi triste e deserta. Lui e il suo staff sono due giorni che fanno tardi nella struttura. "Cena saltata, chiacchiere e castagnole offerte dallo staff del ministero" racconta chi, accanto a Orlando, ci vive. Il neo-ministro dovrà abituarsi a nuovi spazi, ben diversi da quelli di via Arenula, dove aveva rispolverato e restaurato la famosa scrivania che, nel dopoguerra, fu di Togliatti.

Roberto Speranza – sospirano i suoi – "non si riposa mai. Lavorava durante la crisi e ha lavorato anche tutto venerdì, quando nessuno di noi sapeva se sarebbe rimasto in carica. Anzi, proprio venerdì ha colorato di nuovo le Regioni e firmato l’ordinanza mentre Draghi saliva al Colle". Il ministro della Salute, sotto pandemia, non si ferma mai, è scontato, ma gli Speranza boys temono che si stanchi troppo "perché lavora sempre, anche di domenica".

Ieri, per dire, ecco spuntare l’ordinanza per la chiusura degli impianti sciistici, con relativa coda di polemiche. Anche intra-governative dato che i due ministri leghisti, Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) e Massimo Garavaglia (Turismo) emettono una nota alle agenzie con la quale chiedono "immediata priorità agli indennizzi per la montagna".

Speranza, che è un mansueto, abbozza, poi getta un occhio anche ai contorcimenti del gruppo di LeU sulla fiducia e un’altra giornata scivola via sul Lungotevere, dove c’è il ministero della Salute (che non è una bellezza, dal punto di vista architettonico).

Il titolare del dicastero ai Beni culturali, Dario Franceschini, invece, ha tutte le fortune del mondo: la sede del suo ministero, che si trova in via del Collegio Romano, a Campo Marzio, antico cuore della romanità repubblicana, è uno splendore.

Franceschini ha passato la domenica al lavoro per definire i tempi e le modalità del nuovo ministero, che diventerà ‘della Cultura’: c’è da riorganizzare uffici e competenze. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, altra conferma dal Conte bis al Draghi I (e già bersaglio, con Speranza, di Salvini), ovviamente, sta dove deve stare, cioè al Viminale.

Il ministro alla Difesa, Lorenzo Guerini, un’altra conferma del Conte bis, ha passato la sua giornata a casa, a Lodi. "Rientro oggi, ma praticamente sempre al telefono", racconta. Ha parlato a lungo con un suo collega nuovo, ma non del tutto, Enrico Giovannini (già ministro con Letta), il quale, con Draghi, è titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti. C’era da "organizzare, in sintonia tra Trasporti e sanità militare, i test antigenici per gli autotrasportatori che, passando il Brennero, devono andare in Austria e in Germania". Il giorno in cui cadeva il governo Conte, Guerini si trovava a Kabul, in Afghanistan, in visita al contingente militare italiano. La sua conferma viene considerata una continuità rassicurante.