Mercoledì 24 Aprile 2024

Dai debiti alla cella, inscenò la sua morte. Arrestato il manager 'conte di Montecristo'

Simulò il suo omicidio e cercò il tesoro sull’isola del personaggio letterario. Perugia, l’imprenditore Davide Pecorelli sarà estradato in Albania

Davide Pecorelli, 47 anni, ha tentato di far perdere le sue tracce in Albania

Davide Pecorelli, 47 anni, ha tentato di far perdere le sue tracce in Albania

Arezzo, 12 dicembre 2022 - "Edmond Dantès oltrepassò il limitare terribile e la porta si richiuse subito con fracasso dietro a lui. Egli respirava un’altra aria, un’aria mefitica e pesante: era l’aria della prigione". A Davide Pecorelli piace atteggiarsi a Conte di Montecristo: è il suo alter ego su Facebook, è il soprannome con cui ormai lo chiamano gli amici del suo paese in Umbria dopo le vicende drammatiche ma anche surreali di cui è protagonista da quasi due anni.

Sabato per Pecorelli si sono aperte le porte di un carcere senza il fascino letterario del Castello d’If raccontato da Alexandre Dumas nel suo capolavoro: è infatti rinchiuso in una cella di Capanne, Perugia, su mandato internazionale della Procura di Puke. I reati che gli vengono contestati sono frode, incendio doloso, intralcio delle indagini e profanazione di tombe.

Questa mattina si svolgerà l’udienza di convalida dell’arresto che precede la pronuncia sulla richiesta di estradizione avanzata dai magistrati albanesi. Pecorelli risiede a Lama nel comune di San Giustino Umbro e aveva fatto perdere le sue tracce nel gennaio 2021 al confine tra l’Albania e il Montenegro.

Secondo gli inquirenti per tentare di sfuggire agli ingenti debiti accumulati come titolare di alcuni centri estetici tra l’Altotevere perugino e la provincia di Arezzo dove è tuttora a processo per bancarotta.

L’auto che aveva noleggiato era stata ritrovata carbonizzata sul ciglio di una strada di campagna a Puke: all’interno erano stati rinvenuti il suo cellulare e delle ossa umane che l’esame del Dna aveva escluso potessero essere sue.

Una messinscena emersa solo nove mesi dopo quando Pecorelli venne recuperato dai carabinieri di guardia al largo dell’isola di Montecristo, a bordo di un gommone in avaria. "Ero lì per il tesoro – raccontò l’imprenditore di 47 anni con un passato da arbitro in serie C – sono arrivato a Roma con l’autobus dei pellegrini. Ho prelevato i soldi al bancomat, poi sono andato a Grosseto e quindi al Giglio. Ho noleggiato il gommone e ho fatto il viaggio verso Montecristo in cerca delle monete d’oro".

Pecorelli parlò di tre casse con il tesoro di San Mamiliano citato anche nel romanzo di Dumas. La Procura di Grosseto non gli ha creduto: archiviata l’accusa di ricettazione (il tesoro è stato davvero rubato a Sovana nel 2019) si è visto accusare di autocalunnia e sostituzione di persona per l’uso di documenti falsificati per tornare in Italia.

"Non ci aspettavamo l’arresto. Le accuse sono le stesse che erano state contestate nell’interrogatorio. A nostro parere non ci sono i presupposti della misura cautelare – dice l’avvocato Andrea Castori che assiste Pecorelli – il mio assistito, da quando è rientrato in Italia, ha un comportamento ineccepibile, non c’è alcun pericolo di fuga". Già, in questa storia che sembra un romanzo d’appendice manca un abate Farìa con cui elaborare un piano per sparire. Ancora una volta.