Mercoledì 24 Aprile 2024

Cutro capitale per un giorno Salta la cerimonia in mare I famigliari invitati a Roma

La premier riparte dopo il Consiglio dei ministri. Manifestazione con lancio di peluche. In municipio una lapide con le frasi pronunciate da papa Francesco contro i trafficanti di uomini

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dall’inviato Giovanni Rossi

CUTRO (Crotone)

Scendono verso la spiaggia e chiedono informazioni a chi sta già lì: "Hanno trovato altri corpi?". Più a sud, in un cielo lattiginoso volteggia l’elicottero della Guardia costiera. La spiaggia di Steccato di Cutro ospita un garbato via vai di curiosi, che poi spesso desistono, perché dall’unico accesso asfaltato allo Jonio c’è una lunga striscia di sabbia da percorrere per arrivare alle croci di legno ficcate sulla riva da soccorritori e volontari nel pellegrinaggio addolorato dei giorni scorsi. Non c’è morbosità in chi scruta il mare e domanda. Solo lo stupore di chi ancora chiede perché.

Marina di Steccato di Cutro oggi è una frazione poco abitata e disadorna. Villette con colonne doriche o abitazioni consunte, affiancate da campi, trattori, masserizie e ferraglie. Guai affidarsi alla botanica e alla geografia della toponomastica. Via dei Narcisi, via Sudafrica e via Zambia sono idee che finiscono in spiazzi privati dove abbaiano cani da guardia. La Statale 106 che pure è lì davanti appare quasi un miraggio. Lo scafista arrestato in Austria chissà da chi è stato aiutato. Perché Cutro, il vero municipio, dista quasi 15 chilometri di campi salendo a 200 metri sul livello del mare. Non si scappa da questo pezzo di Calabria armati solo di gambe.

All’ora di pranzo Cutro è un paese fantasma, blindato per l’arrivo di Giorgia Meloni. Così appare come un posto desolato proprio nel giorno in cui i media lo proiettano nelle case di tutti gli italiani. Qui, tra i celebri calanchi, Pasolini girò alcuni ciak tra i più intensi de Il Vangelo secondo Matteo. Suggestioni di un altro millennio. Oggi è Giorgia a raccontare e a tenere la scena, Matteo non è più tanto di moda. Né Piantedosi né Salvini – depotenziato il primo, marcato stretto il secondo. Nella notte appaiono schizzi di vernice dedicati al ministro dell’Interno. Subito candeggiati dall’imponente apparato di sicurezza. In strada ci sono 700 agenti di ogni ordine e grado. In alta uniforme. In mimetica. In borghese. Distintivi e stellette a volontà. Ogni corpo e ogni arma sono rappresentati. Comprese le sciabole dei poliziotti che, nell’unico pezzo di facciata riverniciato dal Comune, attendono l’arrivo della presidente del Consiglio: popolano la cartolina di benvenuto assieme a vescovo, sindaco, presidente di Provincia, Regione, Prefetto e impiegate comunali aggrappate alle inferriate con lo smartphone in mano per la foto storica. Non invitato (e offeso) il sindaco di Crotone, a dispetto delle 72 bare custodite.

Tutti gli esercizi commerciali della zona ‘rossa’ sono chiusi. Drappelli di giornalisti (quasi 200 gli accreditati) e brigate di carabinieri saccheggiano a pranzo l’unica pasticceria aperta (con toilette agibile). Confinati lontano dal Comune, manifestanti di sinistra radicale protestano contro il naufragio. Lanciano peluches e gridano: "Se questa è l’idea di democrazia della premier, in cinque anni siamo fritti". Quando la presidente del Consiglio esce dall’auto blindata ha a fianco i vice Tajani e Salvini più il sottosegretario Mantovano. Il pattuglione dei ministri arriva molto dopo. Non ci sono i tempi per l’omaggio floreale in mare. Meglio una lapide con le parole di Papa Francesco. E l’invito a Palazzo Chigi ai familiari degli annegati.